sabato 7 maggio 2011
Tagore, India festeggia i 150 anni della nascita
L'India ha ufficialmente iniziato oggi i festeggiamenti per il 150esimo anniversario della nascita di Rabindranath Tagore, il famoso poeta, scrittore e filosofo bengalese diventato un vate dell'amore, della fratellanza e della libertà. Nato a Calcutta il 7 maggio 1861 da una ricca famiglia bramina è stato insignito del Premio Nobel per la poesia nel 1913. La sua vastissima produzione artistica, raccolta in 50 volumi, è stata tradotta in tutto il mondo, compresa l'Italia dove però commise la gaffe di accettare un invito da Mussolini che in seguito lo bollò come "un tizio unto e insopportabile" quando poi lui condannò pubblicamente il fascismo. Le celebrazioni, che coincidono anche con i 70 anni della morte, sono state inaugurate oggi a New Delhi dal premier Manmohan Singh e dalla leader del partito del Congresso di Sonia Gandhi insieme a una delegazione del Bangladesh, Paese che si è unito alla festa dell'anniversario. Nell'occasione, Singh, ha annunciato un progetto di ristrutturazione dell'Università Visva Bharati, di Santiniketan (a nord di Calcutta), fondata da Tagore con l'obiettivo di saldare la filosofia occidentale con quella orientale e di recente, caduta nell'oblio. Il governo ha stanziato 950 milioni di rupie (circa 14,6 milioni di euro) per l'ateneo che ha avuto tra i suoi studenti Indira Gandhi e l'economista Amartya Sen. In questa università, nel biennio 1925-1926, hanno insegnato letteratura italiana anche l'orientalista Giuseppe Tucci e il sanscritista Carlo Formichi, inviati dal duce insieme a un regalo di 500 libri per la biblioteca. Ammiratore di Gandhi (di cui ha coniato il termine Mahatma 'grande anima'), Tagore è stato uno dei padri del 'risorgimento' indiano e ancora oggi le sue parole riecheggiano nell'inno nazionale indiano e in quello bangladese, da lui scritti. Nel suo discorso, Singh ha fatto appello a seguire i suoi ideali liberali e a "non smarrire la via nell'arida sabbia del deserto delle morte abitudini" citando un verso di una poesia della raccolta Gitanjali. La Gandhi lo ha invece definito "lo Shakespeare del Bengala" e "il più grande genio dei nostri tempi". In suo onore è stato deciso di istituire un premio internazionale dedicato a coloro che "promuovono i valori di fratellanza e solidarietà internazionale". Il messaggio di unità attraverso l'arte è "stato il contributo più importante di Tagore - ha detto all'ANSA Francesca Cassio, cantante ed esperta di musica indiana - Attraverso uno sguardo poetico intuiva lo sviluppo di un mondo multiculturale in cui non vi fossero più divisioni fra religioni ed etnie, ma una sola umanità. Lui la definiva la 'laica religione dell'uomo". I versi tagoriani hanno anche ispirato diversi intellettuali e artisti in Italia. Una famosa canzone di Al Bano 'I Cigni di Balaka' (1981), che secondo lui, Michael Jackson avrebbe plagiato in 'Will you be there' (1991), è dedicata all'intellettuale indiano. Un'altra nota composizione, 'Amra shobai raja', che parla di fratellanza, è stata cantata allo Zecchino d'oro del 1986 con il titolo 'Siamo tutti dei re' con sottofondo dei tipici strumenti musicali indiani.
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