lunedì 11 luglio 2011

Karachi, violenza senza fine, 100 morti in quattro giorni

Karachi la piu' grande metropoli pachistana con 15 milioni di abitanti e centro industriale e commerciale del paese, e' sempre stata un gigantesco crocevia di mafie, traffici di droga e scontri etnici e religiosi. Ma la spirale di violenza degli ultimi quattro giorni, con un numero record di 100 omicidi, ha di nuovo sollevato il velo su una crisi che spesso e' dimenticata anche dallo stesso governo di Islamabad impegnato a lottare contro i fondamentalisti nelle zone tribali del nord ovest.

Nella citta' portuale operano diverse bande di criminali affiliate ai tre principali partiti che lottano per il controllo del racket in diversi quartieri. Non e' chiaro quale sia stata la causa che ha scatenato i regolamenti di conti che hanno paralizzato la citta'. Neppure l'invio di miliaia di Rangers, un corpo paramilitare, e' servito a fermare le sparatorie per strada e gli attacchi incendiari nei mercati e anche contro autobus. Gli abitanti di diversi rioni sono asserragliati in casa in preda al terrore. La polizia ha finora arrestato decine di sospetti e sequestrato enormi quantita' di armi. Ma l'impressione e' che la metropoli sia completamente fuori controllo. Il Muttahida Qaumi Movement (MQM), principale partito composto da ex immigrati di lingua urdu, accusa i gruppi politici rivali legati alle comunita' di etnia pashtun. Ma e' davvero difficile capire le dinamiche degli scontri coincisi con la recente uscita dell'MQM dalla maggioranza di governo a Islamabad per divergenze con il Partito popolare pachistano del presidente Asif Ali Zardari.

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