E’ di nuovo tensione tra Pakistan e Stati Uniti dopo un commento dell’ammiraglio Mullen sulla complicita dei servizi segreti di Islamabada nell’uccisione del giornalista e commentatore Saleem Shahzad, rapito nella capitale il 29 maggio e poi ucciso. Il capo di stato maggiore americano sospetta il governo pachistano di aver ‘’permesso’’, sono le sue parole, l’esecuzione.
Immediata e’ arrivata la secca reazione di un portavoce di Islamanda che ha bollato el dichiarzioni come ‘’estremente irresponsabuili e dannose per le indagini in corso. Per spazzare via tutti i sospetti sollevati anche da alcuni colleghi di Shahzad, lo stesso servizio segretio dell’ISI in un rarissimo comunicato aveva gia’ negato ogni responsabilita’.
A far luce sul brutale asssassionio e’ stata nominata una commissione indipendente di giudici che tra l’altro proprio in questi giorni sta raccogliendo le testimonianze di giornalisti e dei familiari. Sembra che Shahzad temesse una ritorsione in seguito ad articoli scottanti pubblicati sul sito internet Asia Times Online.
Il nuovo scontro verbale e’ l’ennesima spia della frattura con Washington nata dopo il blizt contro Bin Laden e che giunge in un momento cruciale nella lotta al terrorusmo nei distretti tribali del nord ovest dove la situazione si e’ complicata ulteriormente in seguito alla massiccia infiltrazione di talebani afghani dal poroso confine. Proprio in queste zone ci sarebbero anche la giovane coppia elvetica sequestrata la scorsa settimana in Baluchistan e forse portata nel confinante Waziristan del sud, dove ci sono le basi dei fondamentalisti. Di loro non si hanno piu’ notizie.
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