domenica 30 agosto 2009

India, per le caramelle Perfetti non c’è crisi

Ogni giorno in India si mangiano 30 milioni di caramelle e gomme da masticare con il marchio Perfetti Van Melle. L’azienda fondata da Augusto Perfetti è una delle poche vere "success story" nel subcontinente indiano dove il settore del commercio al dettaglio è ancora chiuso agli stranieri. Paradossalmente le caramelle sono un prodotto "anticiclico" che non ha quindi risentito degli effetti della recessione globale. Secondo Stefano Pelle, manager della Perfetti e responsabile per l’Asia, "caramelle e gomme sono indulgenze a prezzi molto ragionevoli di cui difficilmente ci si priva, anche in tempi di crisi. Anzi, quando l'umore è mesto e si ha bisogno di regalarsi un attimo di rilassamento, una gomma, una caramella o un lollipop aiutano a ridurre la tensione e sono alla portata di tutte le tasche". Non stupisce quindi che nei Paesi emergenti, la Perfetti "ha continuato a registrare tassi di crescita delle vendite a due cifre".
Secondo Pelle i mercati emergenti BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) hanno reagito in modo differente alla crisi: "Cina e l'India sono quelli che hanno sofferto di meno, seppure per motivazioni molto diverse. La prima, grande esportatrice nei paesi fortemente colpiti dalla crisi come gli Usa, ha inizialmente sofferto, ma nel giro di pochi mesi è riuscita a recuperare. Ha sostituito la domanda per l’export con la domanda interna e con esportazioni più a buon mercato in paesi meno ricchi. L'India invece, essendo solo marginalmente dipendente dalle esportazioni, ha sofferto per la mancanza di liquidità, soprattutto nel settore immobiliare e per la diminuzione degli investimenti stranieri. Tuttavia le misure prese dal governo hanno adeguatamente stimolato gli investimenti interni e i consumi riportando i tassi di crescita a un livello non lontano dal periodo pre-crisi. Il Brasile, partendo da tassi più modesti, ma contando anch'esso notevolmente su esportazioni, seppure più di commodoties che di prodotti finiti, ha comunque sofferto, ma non drammaticamente. Il Paese che ha maggiormente accusato il colpo è stato invece la Russia, particolarmente nel 2008 ed inizio 2009. Oltre all'effetto del calo dei prezzi e delle esportazioni di gas e petrolio, da cui l'economia del Paese dipende fortemente, l'alta svalutazione del Rublo ha provocato inflazione importata e ridotto notevolmente i redditi reali e consumi".
Pelle, autore di un libro sulle opportunità di investimento nei Paesi Bric ("Understanding Emerging Markets", Hoepli, 2007) è convinto che India e Cina rimangano "sicuramente appetibili". I tassi di crescita previsti, ben al di sopra del 5% "provano che questi Paesi hanno ancora potenziali di medio-lungo termine decisamente più attraenti rispetto ai paesi dell'Ovest Europeo e USA. Inoltre le loro borse sono drasticamente risalite durante il 2009, registrando eccellenti prestazioni ". In particolare l'India, conclude Pelle, "anche grazie al forte mandato ricevuto nelle recenti elezioni, ha enormi potenziali ed ha visto il proprio mercato azionario quasi raddoppiare il valore dal picco negativo raggiunto durante il 2008".

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