Ha sollevato dure critiche, anche da parte della Casa Bianca, la condanna a 20 anni di lavori forzati inflitta al giornalista tamil Tissainayagam da un tribunale srilankese per violazione a mezzo stampa delle leggi antiterrorismo. In particolare, i giudici lo hanno accusato di aver alimentato l’odio razziale con articoli pubblicati nel 2006 su un settimanale diffuso nel nord est e di aver ricevuto denaro dalle Tigri Tamil per il suo sito internet. Tissainayagam era stato arrestato un anno e mezzo fa quando si era recato dalla polizia antiterrorismo per avere notizie su due colleghi scomparsi. Il suo caso era salito alla ribalta internazionale. Lo scorso primo maggio il presidente americano Barak Obama lo aveva citato come esempio di giornalista perseguitato in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa. Poche ore prima della sentenza, aveva ricevuto un premio dall’associazione francese Giornalisti Senza Frontiere.
La dura condanna non fa che confermare la politica di repressione della stampa seguita dal governo di Mahinda Rajapaksa anche ora dopo la vittoria sui ribelli tamil. Il direttore di una pubblicazione antigovernativa, Lasantha Wikrematunga, era stato assassinato a gennaio. Altri nove giornalisti sono stati uccisi negli ultimi tre anni, mentre numerosi sono stati i casi di aggressione e intimidazione. Continua anche la censura governativa sulla sorte dei 300 mila sfollati tamil rinchiusi nei campi di detenzione nel nord dell’isola .
lunedì 31 agosto 2009
Sri Lanka, 20 anni di lavori forzati a giornalista tamil
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