lunedì 24 agosto 2009

Pakistan, giornalista afghano ucciso e faide tra talebani

Un giornalista afghano freddato con quattro colpi di pistola, un attacco suicida a Peshawar contro un leader estremista e nuove voci contraddittorie sul successore del capo talebano Baitullah Mehsud. Se si mettono insieme queste notizie emerse negli ultimi due giorni in Pakistan, si potrebbe forse immaginare l’inizio di un nuovo scenario nella battaglia tra l’esercito e gli estremisti islamici. L’uccisione, smentita da alcuni capi talebani, del potente Mehsud, centrato da un missile della Cia il 5 agosto, avrebbe scatenato una faida all’interno del suo variegato gruppo che comprende capi tribali e militanti di Al Qaeda. L’attacco avvenuto domenica in un quartiere di Peshawar che ha ucciso tre passanti ne è un esempio. Un kamikaze si è fatto esplodere nella casa del fratello di Mubin Afridi, il portavoce di un gruppo islamico estremista ucciso il giorno prima da una bomba piazzata nella sua auto. Secondo alcuni analisti sarebbe in atto una sorta di guerra di mafia tra i vari capi tribali pashtun che lottano per la supremazia della regione e il controllo di diversi traffici illegali. Non è però chiaro se in questo quadro si possa collocare anche la bruta le esecuzione di Janullah Hashimzada, corrispondente dal Pakistan di una televisione afghana, avvenuta nel distretto di Kyber, mentre stava viaggiando a bordo di un pulmino.

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