“Una guerra contro l’India’’. Cosi’ i quotidiani hanno definito il massacro di ieri di 76 soldati caduti in un‘imboscata in una giungla dello stato del Chhattisgarh, una delle roccaforti della guerriglia maoista. I militari che erano impegnati in un’operazione anti guerriglia, sono stati accerchiati e uccisi da circa 700 ribelli piombati da una collina secondo le testimonianze dei sei sopravissuti che si sono finti morti per sfuggire alla strage. Il ministro degli interni Chidambaram, che stamattina si e’ recato nello stato, ha detto che si e’ trattato di un fallimento dell’intelligence e ha chiesto una risposta determinata da parte del governo.
L’attacco e’ il piu’ sanguinoso da quando e’ iniziata l’insurrezione maoista attiva in una sorta di corridoio rosso che parte dall’Andhra Pradesh fino a Bengala Occidentale al confine con il Nepal. Alla fine dello scorso anno il governo aveva lanciato un’offensiva militare contro i maoisti che trovano supporto tra la popolazione piu’ arretrata e tra le comunita’ tribali minacciate dall’avidita’ della grande industria che sfrutta le ricchezze minerarie nascoste nelle foreste nel nord est indiano.
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