Da oltre due settimane l'India e' sconvolta da un mega scandalo che ha travolto il cricket, lo sport nazionale e autentica passione di milioni di telespettatori. La ''cricketopoli'' ha creato gia' due vittime: il presidente della Premier League (Ipl), Lalit Modi, sospeso ieri sera dalla Federazione nazionale di cricket (Bcci) proprio dopo la finale del torneo, e il politico emergente Shashi Tharoor, viceministro degli esteri e pupillo di Sonia Gandhi. Ma la polemica, che ha monopolizzato l'attenzione di tutti i media, rischia ora di far scricchiolare anche la coalizione di governo guidata da Manmohan Singh, gia' sotto pressione per il rincaro dei generi alimentari e benzina. L'opposizione indu nazionalista promette di scatenare un terremoto in parlamento dove gia' infuria una polemica per le intercettazioni telefoniche di alcuni leader politici.
Nell'occhio del ciclone e' proprio la Premier League, un campionato che tra giocatori stranieri, sponsorizzazioni, diritti televisivi ha un giro d'affari da capogiro stimato in oltre 4 miliardi di dollari. Il torneo a eliminazione e' composto da 8 squadre che rappresentano le principali citta' indiane ''assegnate'' con un'asta alle piu' famose star di Bollywood e ricchi industriali. A gestire questa enorme macchina da soldi e' da tre anni Lalit Modi, 46 anni, un controverso personaggio frequentatore dei salotti bene di Mumbai, considerato ''vicino'' a un piccolo partito che fa parte della coalizione di governo. E' lui il personaggio chiave della ''mazzettopoli'' ed e' attualmente sotto inchiesta per riciclaggio di denaro sporco e evasione fiscale. Secondo la stampa indiana, il presidente della Ipl era al centro di un vasto giro di denaro veicolato attraverso societa' fittizie nei principali paradisi fiscali del mondo.
Nonostante la sospensione e la sua sostituzione avvenuta oggi con l'industriale farmaceutico Chirayu Amin, Modi continua a proclamarsi innocente e promette battaglie legali contro i suoi ex protettori della Federazione. In una riunione oggi lo hanno accusato di aver truccato alcune partite, commesso irregolarita' nelle aste e nella vendita dei diritti televisivi.
A svelare lo scandalo era stato due settimane fa con un messaggio su Twitter l'ex viceministro degli esteri e ex diplomatico Onu, Shashi Tharoor, coinvolto in una vicenda di favoritismi politici. Tharoor era stato costretto a dimettersi su pressione del partito del Congresso che pensava di arginare lo scandalo, ma che invece ha scoperchiato un enorme ''tangentopoli'' che nei prossimi giorni riservera' molto probabilmente altre sorprese.
lunedì 26 aprile 2010
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