Una bufera sta travolgendo il mondo del cricket indiano, le star di Bollywood e anche alcuni componenti del governo di Manmohans Singh. Nell'occhio del ciclone e' la premier league indiana (Ipl), un torneo che tra strapagati campioni stranieri, sponsorizzazioni e diritti televisivi vale oltre 4 miliardi di dollari, piu' che un torneo di calcio.
Da due giorni gli ispettori del fisco indiano stanno setacciando gli uffici delle 8 squadre a caccia di documenti su societa' fantasma e di presunti fondi neri finiti in paradisi fiscali. Tra i proprietari del ''franchising'' delle squadre ci sono alcuni famosi attori e attrici oltre a industriali, come Vijay Mallya, il re della birra e degli aerei. La formula della ''premier league'', con partite brevi e con la presenza di ragazze ''pon-pon'' negli stadi, era stata creata tre anni fa. L'ideatore e' Lalit Modi, un controverso uomo d'affari che oggi e' al centro dello scandalo per la sua frequentazione con l'establishment politico e per la sua richezza, che comprende un jet privato e uno yacht.
Lo scandalo era scoppiato la scorsa settimana in seguito a un messaggio su Twitter in cui Modi accusava il viceministro degli esteri Shashi Tharoor, ex diplomatico Onu e saggista, di aver aiutato un'amica intima di Dubai a ottenere un contratto di franchising per una squadra del Kochi (nello stato meridionale del Kerala) per il prossimo anno. Dopo alcuni giorni di polemiche al vetriolo alimentate dall'opposizione indu nazionalista, il partito del Congresso di Sonia Gandhi era stato costretto a silurare Tharoor, una promessa politica in vista del cambio generazionale guidato dal figlio Rahul nel secolare partito dei Nehru-Gandhi.
Intanto il torneo, minacciato anche da attentati terroristici, va avanti con la semifinale che si tiene oggi a Mumbai.
venerdì 23 aprile 2010
India, bufera nel mondo del cricket
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