Pubblicato su Ansa
di Tahir Ali
Un consiglio di anziani ('jirgà) nel nord ovest del Pakistan ha proibito alle donne di andare a fare shopping "da sole" perché è considerato "un comportamento volgare" soprattutto nel mese sacro del Ramadan. La decisione è stata presa da una comunità tribale del distretto di Karak, nella provincia di Khyber Pakhtunkwa dove è molto forte la presenza di gruppi fondamentalisti. In una riunione, convocata oggi da un'associazione islamica chiamata Khattak Ittehad, gli anziani hanno decretato che "soltanto le donne accompagnate da un familiare, per esempio il marito, un fratello, un figlio o il padre, sono autorizzate ad andare al bazar". Le donne che escono di casa da sole "compiono un atto contro le norme della società pashtun e anche contro l'Islam" hanno sentenziato. Tra i partecipanti alla jirga c'erano Hafiz Abne Aminm, leader locale del partito islamico della Jamait Ulema, e Islam e Maulana Mir Zaqeem che è a capo della Khattak Ittehad. "La decisione è stata presa perché riteniamo che le donne non accompagnate siano un motivo di indecenza per la nostra società - ha detto quest'ultimo e anche perché gruppi di donne da sole sono state coinvolte in furti e rapine". La 'jirga' ha invitato la polizia e l'amministrazione locale a mettere in atto il divieto. E poi ha chiesto ai commercianti di "non vendere la merce" a donne non accompagnate da uomini della propria famiglia. La controversa iniziativa ha scatenato la reazione delle femministe pachistane. "E' chiaramente un'ingiustizia nei confronti delle donne - ha detto all'ANSA l'attivista Samar Minullah aggiungendo che "purtroppo queste discriminazioni sono molto comuni nelle regioni a maggioranza pashtun e quindi in tutta la provincia di Khyber e Pakhtunkhwa". Ma sottolinea che di recente "ci sono stati segnali positivi che indicano l'inizio di una presa di coscienza delle donne". Per esempio, la vicenda di Malala Yousufzai, la ragazza coraggio che ha sfidato i talebani, "sta ispirando molte donne delle aree tribali". Un altro segno sul cammino dell'emancipazione è la presenza per la prima volta di tre donne candidate alle elezioni di maggio provenienti dal distretto tribale di Bajuar e da quello di Tank, dove sono attivi i gruppi talebani. Un'altra candidata, Aisha Gulalai, è diventata la prima donna del Sud Waziristan a entrare nell'assemblea legislativa nazionale per il partito dell'ex campione di cricket Imran Khan. Tuttavia ci sono molte ancora molte resistenze e "il caso di Karak è l'esempio lampante che non c'é ancora nessun progresso per la libertà delle donne" ha commentato Gulnaz Beghum, una delle poche attiviste che si batte per i diritti femminili a Peshawar. Nelle aree controllate dai talebani ovviamente vige un severissimo codice morale. Una settimana fa, nel Sud Waziristan, un gruppo talebano appartenente alla tribù del Mullah Nazir (ucciso da un drone Usa a gennaio) ha messo il bando i "pantaloni attillati" sia per gli uomini che per le donne durante il mese di Ramadan. In un volantino, distribuito dopo la convocazione di una "shura", ha minacciato una multa salata per i sarti e i negozi di abbigliamento che non rispetteranno il divieto.
di Tahir Ali
Un consiglio di anziani ('jirgà) nel nord ovest del Pakistan ha proibito alle donne di andare a fare shopping "da sole" perché è considerato "un comportamento volgare" soprattutto nel mese sacro del Ramadan. La decisione è stata presa da una comunità tribale del distretto di Karak, nella provincia di Khyber Pakhtunkwa dove è molto forte la presenza di gruppi fondamentalisti. In una riunione, convocata oggi da un'associazione islamica chiamata Khattak Ittehad, gli anziani hanno decretato che "soltanto le donne accompagnate da un familiare, per esempio il marito, un fratello, un figlio o il padre, sono autorizzate ad andare al bazar". Le donne che escono di casa da sole "compiono un atto contro le norme della società pashtun e anche contro l'Islam" hanno sentenziato. Tra i partecipanti alla jirga c'erano Hafiz Abne Aminm, leader locale del partito islamico della Jamait Ulema, e Islam e Maulana Mir Zaqeem che è a capo della Khattak Ittehad. "La decisione è stata presa perché riteniamo che le donne non accompagnate siano un motivo di indecenza per la nostra società - ha detto quest'ultimo e anche perché gruppi di donne da sole sono state coinvolte in furti e rapine". La 'jirga' ha invitato la polizia e l'amministrazione locale a mettere in atto il divieto. E poi ha chiesto ai commercianti di "non vendere la merce" a donne non accompagnate da uomini della propria famiglia. La controversa iniziativa ha scatenato la reazione delle femministe pachistane. "E' chiaramente un'ingiustizia nei confronti delle donne - ha detto all'ANSA l'attivista Samar Minullah aggiungendo che "purtroppo queste discriminazioni sono molto comuni nelle regioni a maggioranza pashtun e quindi in tutta la provincia di Khyber e Pakhtunkhwa". Ma sottolinea che di recente "ci sono stati segnali positivi che indicano l'inizio di una presa di coscienza delle donne". Per esempio, la vicenda di Malala Yousufzai, la ragazza coraggio che ha sfidato i talebani, "sta ispirando molte donne delle aree tribali". Un altro segno sul cammino dell'emancipazione è la presenza per la prima volta di tre donne candidate alle elezioni di maggio provenienti dal distretto tribale di Bajuar e da quello di Tank, dove sono attivi i gruppi talebani. Un'altra candidata, Aisha Gulalai, è diventata la prima donna del Sud Waziristan a entrare nell'assemblea legislativa nazionale per il partito dell'ex campione di cricket Imran Khan. Tuttavia ci sono molte ancora molte resistenze e "il caso di Karak è l'esempio lampante che non c'é ancora nessun progresso per la libertà delle donne" ha commentato Gulnaz Beghum, una delle poche attiviste che si batte per i diritti femminili a Peshawar. Nelle aree controllate dai talebani ovviamente vige un severissimo codice morale. Una settimana fa, nel Sud Waziristan, un gruppo talebano appartenente alla tribù del Mullah Nazir (ucciso da un drone Usa a gennaio) ha messo il bando i "pantaloni attillati" sia per gli uomini che per le donne durante il mese di Ramadan. In un volantino, distribuito dopo la convocazione di una "shura", ha minacciato una multa salata per i sarti e i negozi di abbigliamento che non rispetteranno il divieto.
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