Pubblicato su Ansa
Dopo appena quattro mesi con una sentenza lampo, un tribunale indiano ha oggi condannato all'ergastolo sei uomini per lo stupro di gruppo di una campeggiatrice svizzera di 39 anni che era insieme al compagno in un tour in bicicletta dell'India. La severa pena è stata inflitta in base alla nuova legge anti-stupro varata dopo le furiose proteste popolari sollevate dalla morte di una studentessa di New Delhi, orribilmente violentata su un autobus a fine dicembre. Ma nonostante l'inasprimento delle pene, non si è fermata la violenza contro le donne che quasi ogni giorno continua a tenere banco sui giornali indiani. L'ultimo caso scioccante venuto alla luce oggi è quello di quattro studentesse cristiane prelevate da un "branco" di 25 giovani ubriachi nel loro collegio e brutalmente violentate in un bosco dello stato orientale del Jharkhand. "Il tribunale ha inflitto il massimo della pena come richiesto e non possiamo che dirci soddisfatti", ha detto il legale, Rajendra Tiwari, contattato telefonicamente dall'ANSA per commentare il verdetto di 32 pagine e che era atteso per oggi pomeriggio. Tutti i sei imputati, che hanno un'età compresa dai 20 ai 30 anni, sono stati ritenuto colpevoli dal tribunale speciale del distretto tribale dove si è tenuto il processo per direttissima. I giovani appartengono a una particolare etnia tribale dedita al brigantaggio che popola la zona boschiva dove la coppia elvetica aveva piantato la tenda per passare la notte (per poi pedalare in direzione di Agra, la città del celebre mausoleo del Taj Mahal). Oltre al reato di stupro, sono infatti stati condannati anche in base a una legge sul brigantaggio e al possesso illegale di armi. Per immobilizzare l'amico della vittima avevano infatti usato la minaccia delle armi. La drammatica vicenda della turista svizzera aveva offuscato l'immagine dell'India come un Paese "sicuro" e accogliente per le donne straniere che viaggiano da sole. Tra l'altro sempre a marzo, un altro caso, quello di una britannica che è saltata dalla finestra di un hotel per fuggire a un sospetto stupratore, aveva creato nuovo scalpore. Il governo di Berna aveva insistito perché i responsabili, arrestati pochi giorni dopo, fossero consegnati alla giustizia in tempi rapidi. Lo scorso 25 maggio rappresentanti della capitale elvetica erano tornati in India per testimoniare al processo. Ma la donna, ancora sotto shock, non aveva voluto tornare in Madhya Pradesh. E' stata sentita dai giudici attraverso una videoconferenza dall'ambasciata elvetica di New Delhi.
Dopo appena quattro mesi con una sentenza lampo, un tribunale indiano ha oggi condannato all'ergastolo sei uomini per lo stupro di gruppo di una campeggiatrice svizzera di 39 anni che era insieme al compagno in un tour in bicicletta dell'India. La severa pena è stata inflitta in base alla nuova legge anti-stupro varata dopo le furiose proteste popolari sollevate dalla morte di una studentessa di New Delhi, orribilmente violentata su un autobus a fine dicembre. Ma nonostante l'inasprimento delle pene, non si è fermata la violenza contro le donne che quasi ogni giorno continua a tenere banco sui giornali indiani. L'ultimo caso scioccante venuto alla luce oggi è quello di quattro studentesse cristiane prelevate da un "branco" di 25 giovani ubriachi nel loro collegio e brutalmente violentate in un bosco dello stato orientale del Jharkhand. "Il tribunale ha inflitto il massimo della pena come richiesto e non possiamo che dirci soddisfatti", ha detto il legale, Rajendra Tiwari, contattato telefonicamente dall'ANSA per commentare il verdetto di 32 pagine e che era atteso per oggi pomeriggio. Tutti i sei imputati, che hanno un'età compresa dai 20 ai 30 anni, sono stati ritenuto colpevoli dal tribunale speciale del distretto tribale dove si è tenuto il processo per direttissima. I giovani appartengono a una particolare etnia tribale dedita al brigantaggio che popola la zona boschiva dove la coppia elvetica aveva piantato la tenda per passare la notte (per poi pedalare in direzione di Agra, la città del celebre mausoleo del Taj Mahal). Oltre al reato di stupro, sono infatti stati condannati anche in base a una legge sul brigantaggio e al possesso illegale di armi. Per immobilizzare l'amico della vittima avevano infatti usato la minaccia delle armi. La drammatica vicenda della turista svizzera aveva offuscato l'immagine dell'India come un Paese "sicuro" e accogliente per le donne straniere che viaggiano da sole. Tra l'altro sempre a marzo, un altro caso, quello di una britannica che è saltata dalla finestra di un hotel per fuggire a un sospetto stupratore, aveva creato nuovo scalpore. Il governo di Berna aveva insistito perché i responsabili, arrestati pochi giorni dopo, fossero consegnati alla giustizia in tempi rapidi. Lo scorso 25 maggio rappresentanti della capitale elvetica erano tornati in India per testimoniare al processo. Ma la donna, ancora sotto shock, non aveva voluto tornare in Madhya Pradesh. E' stata sentita dai giudici attraverso una videoconferenza dall'ambasciata elvetica di New Delhi.
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