E' ormai scontro tra il governo del Bangladesh e Muhammad Yunus, il "banchiere dei poveri" e inventore del microcredito. La Banca centrale di Dacca lo ha oggi estromesso dalla direzione della Banca Grameen da lui fondata, ma poche ore dopo un comunicato dell'istituto finanziario ha messo in dubbio la legittimità della decisione e precisato che "il professore e Premio Nobel Muhammad Yunus può mantenere il suo incarico". Secondo le autorità bengalesi, l'economista, che ha 70 anni, ha raggiunto i limiti di età prevista dai regolamenti bancari.
Il braccio di ferro giunge al culmine di una serie di guai giudiziari in cui è incappato Yunus a causa di presunte irregolarità commesse dalla sua banca. In realtà - secondo i suoi sostenitori, tra cui c'é l'ex presidente irlandese Mary Robinson - sarebbe vittima di una campagna di discredito voluta dal primo ministro bengalese, la signora Sheik Hasina, per una rivalità politica nel 2007 all'epoca del regime militare quando Yunus cercò di fondare un partito anti corruzione. Di recente é stata anche messa in dubbio l'efficacia del rivoluzionario modello dei micro finanziamenti praticato dalla Grameen e poi diffusosi in tutto il mondo, tanto da vincere il Premio Nobel per la pace nel 2006.
A quanto si è appreso dai media locali, la decisione di "silurare" Yunus è stata presa oggi a Dacca dal presidente della Banca centrale, Khondaker Muwammel Huq, che ha chiesto al governo (che possiede il 25% della Banca) di esonerarlo dall'incarico di direttore esecutivo "perché ha superato abbondantemente i limiti di età" che è di 60 anni per gli incarichi nelle istituzioni finanziarie. Lo scorso gennaio, il ministro delle Finanze A.M.A. Muhit gli aveva già chiesto di andare in pensione ottenendo in risposta un secco rifiuto.
La rimozione è stata però contestata dalla stessa Grameen che oggi, in un comunicato, ha assicurato di "avere sempre adempiuto correttamente a tutte le leggi che regolano" il funzionamento del sistema bancario e di rispettare anche le leggi riguardanti la nomina del direttore esecutivo". Secondo i consulenti legali dell'istituto, il premio Nobel può quindi stare al suo posto. Yunus stesso aveva precisato di essere stato eletto nel 2000 per volontà del consiglio di amministrazione composto dagli stessi beneficiari della banca. Si preannuncia una battaglia legale che si aggiunge a quelle in corso tra cui ci sono un processo per diffamazione per un'intervista rilasciata nel 2007, una denuncia di produrre con la Danone uno yogurt "dannoso per la salute" e un altro procedimento giudiziario per non avere rimborsato un prestito. A cui va aggiunto un documentario realizzato all'inizio di dicembre dal giornalista danese Tom Heinemann che insinuò sospetti di irregolarità nella gestione della banca, riguardanti doni finanziari della Norvegia e di altri Paesi, provocando reazioni contrastanti ed inchieste da parte dei governi di Oslo e di Dacca.
mercoledì 2 marzo 2011
Greemin Bank, silurato Muhammed Yunus ma lui resiste
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento