mercoledì 9 marzo 2011

Pakistan, kamikaze a un funerale, 37 morti a Peshawar

Per la seconda volta in due giorni i talebani sono di nuovo entrati in azione oggi in
Pakistan con un attentato suicida contro una milizia pro governativa durante un corteo funebre nei pressi di Peshawar, il capoluogo della provincia nord occidentale di Khyber-Pakhtunkwa.

Gravissimo il bilancio della strage che secondo gli ultimi aggiornamenti è di 37 morti e una cinquantina di feriti. A questo tragico conteggio vanno aggiunte oggi le cinque vittime di una mina esplosa al passaggio di un pulmino carico di passeggeri su una strada a Dera Bugti, il distretto del Baluchistan e roccaforte dei gruppi separatisti attivi nella provincia ricca di risorse minerarie.

L'attentato suicida di oggi è avvenuto a 24 ore di distanza dall'esplosione di un'autobomba in una stazione di rifornimento del gas a Faisalabad, la terza città pachistana, dove sono morte 32 persone e ferite oltre cento.

Entrambe le azioni sono state rivendicate dal principale movimento talebano Tehreek-e-Taleban Pakistan (Ttp), attivo nelle zone del confine afghano e ritenuto responsabile delle maggiori stragi e uccisioni di personalità politiche compiute
negli ultimi anni nel Paese.

L'attacco di oggi è stato condotto da un kamikaze che si è mescolato tra i partecipanti di un funerale nel villaggio di Adezai, a una ventina di chilometri a sud di Peshawar. Le esequie erano quelle della moglie di un comandante locale di uno
dei "comitati di pace", le milizie tribali che combattono i talebani a fianco dell'esercito di Islamabad. Un superstite, Mohammad Eman, ha raccontato alla tv GeoNews che "erano appena iniziate le preghiere rituali quando un ragazzo si è fatto
largo tra i presenti e poi si è fatto esplodere davanti all'imam". La deflagrazione è stata potente e ha dilaniato i corpi delle vittime, molte delle quali non sono risultano più riconoscibili.

In una telefonata ai giornalisti, un portavoce dei talebani si è assunto la paternità della strage e ha annunciato nuove vendette contro le "lashkar" (le milizie tribali) che "oseranno attaccarci".

In un comunicato, il presidente Asif Ali Zardari ha parlato di "vile attentato terroristico", assicurando che esso non frenerà "la volontà della nazione di sconfiggere il terrorismo". Anche il premier Yusuf Raza Gilani ha manifestato la determinazione del governo, che "non si lascerà demoralizzare da questi attentati", di "sradicare il terrorismo da ogni angolo del Paese".

Intanto, nell'ambito delle indagini sulla strage di ieri a Faisalabad, la polizia ha arrestato tre sospetti e ha precisato che l'obiettivo dell'autobomba era un ufficio dei servizi segreti che sorge vicino alla stazione del gas, ma che l'alto livello di sicurezza ha impedito l'azione. Oggi, nel centro vicino a Lahore, caratterizzato da una forte presenza della minoranza cristiana, i negozi hanno proclamato una serrata generale per lutto.

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