Con 55 milioni di abitanti di etnia tamil concentrati nello stato meridionale del Tamil Nadu, l’India sta guardando con preoccupazione le ultime fasi del conflitto in Sri Lanka e soprattutto la sorte di oltre 250 mila abitanti tamil intrappolati nelle zone di guerra nel nord-est dell’isola. Il ministro degli esteri indiano Pranab Mukherjee – che regge temporaneamente l’incarico del premier Manmohan Singh convalescente dopo l’operazione per l’impianto di un secondo bypass - incontrerà stasera la leadership di Colombo in una missione a sorpresa che è concentrata soprattutto sugli aspetti umanitari del conflitto. Secondo indiscrezioni di stampa, la visita avrebbe però anche lo scopo di chiedere l’estradizione del leader ribelle Velupillai Prabakharan accusato di essere il mandante dell’assassinio dell’ex premier Rajiv Gandhi.
Da quando è stata lanciata l’offensiva dell’esercito di Colombo nelle aree controllate dalle Tigri Tamil circa due anni fa, decine di migliaia di famiglie sono state costrette a lasciare le loro case e a rifugiarsi nelle foreste, nelle chiese o in ripari di fortuna. Secondo il governo di Colombo, i ribelli avrebbero arruolato a forza i civili e in molti casi usato gli abitanti come “scudi umani”. Per via del divieto di accesso alle zone di guerra, è difficile capire quale è il bilancio delle vittime e dei feriti della massiccia avanzata di queste ultime settimane che avrebbe catturato le principali basi delle Tigri Tamil. Dopo la cattura dell’ultima roccaforte del porto di Mullaitivu, domenica scorsa, i ribelli superstiti sarebbero dispersi nelle foreste in una ristretta fascia costiera di 300 chilometri quadrati dove ci sarebbero anche migliaia di tamil in condizioni disperate, in particolare per la mancanza di medicine necessarie per curare i feriti.
“Non abbiamo simpatia per nessuna attività terroristica – ha detto il ministro Mukherjee prima di partire per Colombo – ma siamo estremamente preoccupati per le sofferenze dei civili. Dobbiamo fare qualcosa per la loro protezione e perché non diventino vittime innocenti del conflitto”. Il movimento secessionista LTTE (Liberation Tigers of Tamil Eelam) che dal 1983 si batte per l’indipendenza del nord e dell’est dello Sri Lanka, è sulla lista dei gruppi terroristici non solo dell’India, ma anche di Stati Uniti e Unione Europea.
Per il governo di Delhi ci sono anche delle considerazioni di carattere politico ed elettorale. Il partito del Congresso, guidato da Sonia Gandhi, dovrà affrontare le elezioni generali il prossimo maggio. Tra i partiti alleati della coalizione (già orfana dei comunisti usciti dopo l’accordo sul nucleare con gli Usa) c’è un influente partito del Tamil Nadu che ha minacciato di ritirarsi dalla maggioranza per protestare contro la massiccia offensiva militare del governo di Colombo contro la minoranza tamil.
L’altro obiettivo della missione di Mukherjee, non confermata a livello ufficiale, sarà quello di discutere dell’eventuale estradizione di Prabhakaran, il capo ribelle che potrebbe essere nascosto in un bunker sotterraneo nella giungla. I militari cingalesi starebbero stringendo il cerchio intorno al carismatico guerrigliero del LTTE che è ricercato da Nuova Delhi per l’assassinio di Rajiv Gandhi, morto nell’esplosione di una donna tamil kamikaze durante un comizio nel 1991 nello stato del Tamil Nadu. Il figlio di Indira Gandhi e marito di Sonia sarebbe stato ucciso dalle Tigri Tamil per vendicare la sua decisione - presa nel 1987 quando era premier - di inviare un contingente militare in Sri Lanka per una missione di pace che si rivelò un completo fallimento.
martedì 27 gennaio 2009
Mukherjee preoccupato per sofferenze dei tamil
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