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Il presidente afghano Hamid Karzai si trova oggi a Nuova Delhi per una visita “a sorpresa” che ha lo scopo di esprimere solidarietà al governo indiano in seguito all’attentato di Mumbai, ma soprattutto per mettere a punto una nuova strategia di lotta al terrorismo islamico che passa attraverso un nuovo ruolo dell’India nella regione sud asiatica. Karzai, ha già incontrato il ministro degli esteri Pranab Muckerjee e si trova ora a colloquio con il primo ministro Manmohan Singh.
Non è una coincidenza che appena due giorni fa il vicepresidente eletto americano Joe Biden si è recato a Kabul per illustrare la nuova agenda di Barak Obama che prevede l’invio di nuove truppe in Afghanistan e il coinvolgimento di India e Pakistan nella lotta al nemico comune di Al Qaeda e dei talebani.
L’attacco agli hotel di Mumbai del 26 novembre costato la vita a oltre 170 persone ha costretto gli Stati Uniti e i suoi alleati ad esercitare più pressione sul Pakistan accusato dal governo di Nuova Delhi di avere una qualche responsabilità nella strage di Mumbai attribuita al gruppo estremista islamico fuorilegge Lashkar-e- Taiba. Gli indiani hanno diffuso di recente le prove delle intercettazioni satellitari tra il commando dei dieci attentatori e alcuni leader islamici in Pakistan. Si tratta degli stessi gruppi fondamentalisti che guidano la ribellione in Afghanistan e che hanno le roccaforti nelle remote regioni tribali nel nord ovest del Pakistan. I gruppi della jihad pachistana sarebbero anche dietro l’attacco all’ambasciata indiana di Kabul lo scorso luglio e all’attentato alla vita di Karzai durante una parata militare nell’aprile 2008.
Si tratta della seconda visita del presidente afghano in India negli ultimi sei mesi e della quarta visita di un leader straniero dopo l’attentato del 26 novembre. Secondo quanto riferito dal canale televisivo CNN-IBN, il presidente Karzai, che è accompagnato dal ministro degli esteri Rangin Dadfar, avrebbe chiesto all’India di partecipare alle operazioni militari in Afghanistan attraverso l’invio di truppe. Una richiesta già formulata in passato e respinta da Nuova Delhi con la motivazione che i militari indiani partecipano solo a missioni di pace approvate dalle Nazioni Unite.
Negli ultimi sette anni i due Paesi hanno tessuto una serie di intense relazioni economiche. L’India è uno dei principali paesi donatori nella ricostruzione dell’Afghanistan (con 750 milioni di dollari) dove lavorano attualmente oltre 300 mila indiani in diversi progetti infrastrutturali. La cooperazione indo-afghana è vista con sospetto dal Pakistan che la vede come un’ingerenza politica di Nuova Delhi su un Paese che tradizionalmente è sempre stato nella sfera d’influenza di Islamabad.
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