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Continua a essere avvolta nel mistero la sorte di Velupillai Prabhakaran, il leader dei ribelli delle Tigri Tamil, ormai accerchiati dall’esercito di Colombo in una ristretta area nel nord est dello Sri Lanka. Le truppe governative hanno trovato ieri uno dei bunker segreti usati dal capo dei ribelli a Dharmapuram, località del distretto di Mullaittivu, l’ultima roccaforte dei separatisti che nelle ultime settimane hanno subito pesanti sconfitte.
Il bunker di cemento armato, con aria condizionata, era stato ricavato nel sottosuolo di un villaggio di agricoltori e l’accesso era attraverso una capanna di stuoie. Non è chiara quale sia la sorte di Prabhakaran, enigmatico leader che negli Anni Settanta ha creato il movimento dell’LTTE (Liberation Tigers of Tamil Elam) e ha guidato migliaia di guerriglieri nella lotta per l’indipendenza del nord e nord est dell’ex isola di Ceylon dove vive la minoranza tamil. Secondo l’esercito il capo ribelle potrebbe aver trovato rifugio nelle foreste oppure potrebbe essere scappato via mare sfuggendo al massiccio blocco navale organizzato davanti al porto di Mullaitivu dove si sono raggruppati i ribelli dopo la caduta della ex base di Kilinochchi e dello strategico Elephant Pass, porta di accesso alla penisola di Jaffna. Stamattina le forze governative avrebbero distrutto alcune imbarcazioni dei ribelli in una violenta battaglia navale al largo di Mullaitivu. Secondo un’altra ipotesi Prabhakaran, che ha 55 anni, di cui la maggior parte trascorsi in clandestinità, potrebbe aver lasciato lo Sri Lanka a bordo di uno dei velivoli di fabbricazione ceca appartenenti alla minuscola divisione aerea delle Tigri Tamil.
Ma sono pochi i Paesi disposti ad accoglierlo dato che l’organizzazione separatista tamil è sulla lista dei gruppi terroristi fuorilegge negli Stati Uniti, Unione Europea e India, dove Prabhakaran è ricercato per l’attentato all’ex primo ministro Rajiv Gandhi ucciso nel 1991 durante un comizio da una sospetta kamikaze tamil.
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