Su Apcom
Il mega scandalo che oggi ha colpito Satyam, la quarta società indiana di software, sta facendo tremare l’intero settore dell’Information Technology, che è stato il motore del miracolo economico indiano. L’annuncio shock del presidente e fondatore Ramalinga Raju che ha ammesso di aver gonfiato per anni i profitti della società di Hyderabad, ha fatto il crollare il titolo in borsa, oltre che a creare panico negli ambienti dell’industria e della finanza indiana. La maxi frode è stata battezzata la “Enron dell’India” e coincide in un momento negativo per le prospettive di crescita del mercato indiano già pesantemente colpito dalla recessione mondiale e dalle ripercussioni dell’attentato terroristico di Mumbai del 26 novembre scorso.
Nell’annunciare in un comunicato le sue dimissioni Raju, figlio di contadini con un master in economia e commercio negli Stati Uniti, ha detto di assumersi le responsabilità legali e di essere l’unico a conoscenza delle irregolarità che sono state commesse per “diversi anni”.Il colosso dell’informatica Satyam Computer Services, (Satyam in sanscrito significa “verità”) è stata fondato nel 1987 da Raju che in precedenza aveva attività nel settore tessile e delle costruzioni. Da 22 dipendenti iniziali, la società è cresciuta in modo esponenziale grazie al boom dei servizi di outsourcing e dei call centers. A fine settembre contava oltre 50 mila dipendenti e attività in 66 Paesi con un fatturato annuo di oltre 2 miliardi di dollari (nel 2008 aveva registrato un aumento del 46 per cento). Tra i suoi clienti ci sono molte multinazionali come General Electric, General Motors, Nestlè, Qantas Airways, Fujitsu e decine di altre società appartenenti alla lista Fortune 500. Dal 2001 era sbarcata anche a Wall Street e dallo scorso anno anche all’Euronext.
In realtà i guai per la società di Hyderabad, il secondo polo dell’hi-tech indiano dopo Bangalore, erano iniziati qualche settimana fa quando era stata messa sulla lista nera di Banca Mondiale per 8 anni in seguito alla scoperta di casi di corruzione e anche di spionaggio attraverso software istallato nei computer dell’istituzione internazionale. Ma il titolo era già crollato a causa di una controversa acquisizione di due società immobiliari del gruppo Matyas (parzialmente posseduta dalla stessa Satyam) bloccata con una rivolta dagli azionisti e fortemente criticata anche dalle autorità finanziarie indiane. L’acquisizione “era stato l’ultimo tentativo di sostituire con beni reali il patrimonio fittizio della società” secondo il comunicato diffuso da Raju.
Lo scandalo pone ora pesanti interrogativi sul sistema di controllo da parte della Sebi (Securities Exchange Board of India) e dell’auditing delle società indiane. I bilanci di Satyam sono stati certificati da Pricewaterhouse Coopers. L’azienda di Hyderabad inoltre aveva ricevuto diversi premi per la migliore “business governance”, tra cui l’ultimo, il “Golden Peacock Award for Excellence in Corporate Governance” assegnato lo scorso settembre a Londra da una giuria guidata da un ex primo ministro svedese.
mercoledì 7 gennaio 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento