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Uno dei principali obiettivi della sonda orbitante Chandrayaan-1 lanciata stamane dalla base spaziale di Shriharikota, sulla costa orientale indiana, sarà quella di esplorare i giacimenti di elio-3, il cosiddetto “petrolio spaziale” che è pressoché sconosciuto sulla superficie terrestre. Si tratta di un isotopo leggero dell’elio che secondo gli scienziati potrebbe alimentare centrali nucleari che non producono scorie pericolose. Piccole quantità sarebbero sufficienti per soddisfare i bisogni energetici del pianeta. L’ipotesi di estrarre e trasportare sulla terra questa risorsa è ancora molto remota, ma intanto l’India vuole ritagliarsi il suo spazio nella “corsa alla luna” che si è scatenata tra i giganti asiatici di Cina e Giappone.
Tra un paio di settimane la navicella Chandrayaan, che pesa oltre 1300 chili, raggiungerà la bassa orbita lunare e comincerà a scattare fotografie da una distanza “ravvicinata” di poche centinaia di chilometri e a inviarle alla sala di controllo dell’Isro (India Space Research Organization) nella città di Bangalore. La sua autonomia è di due anni.
Immediatamente dopo il lancio del razzo vettore Polar Satellite Launch Vehicle, trasmesso in diretta televisiva, ci sono state scene di giubilo nel centro di controllo di Shiharicota, un’isola al largo della costa dell’Andhra Pradhesh. Alla missione, iniziata circa nove anni fa e costata circa 80 milioni di dollari, hanno lavorato mille scienziati. Il capo dell’Isro, Madhavan Nair, ha definito l’impresa “un momento storico” per la nazione. Dal Giappone, dove si trova per una visita ufficiale, il primo ministro Manmohan Singh si è congratulato con gli scienziati per la missione che è “una pietra miliare del programma spaziale indiano” iniziato nel 1962 quando il padre della bomba atomica indiana. Homi Babha. decise di costruire la prima base spaziale a Thumba, un piccolo villaggio agricolo del Kerala. E’ lì che furono costruiti i primi rudimentali razzi. Alcune celebri foto d’epoca mostrano i componenti dei missili trasportati su carri trainati da bovini e su biciclette.
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