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Da stamattina un miliardo e 100 milioni di indiani potranno guardare la luna con un pizzico di orgoglio nazionale in più. La piccola navicella Chandrayaan 1, frutto di nove anni di lavoro dell’Isro, l’Agenzia Spaziale indiana, è stata lanciata nell’orbita lunare e ha già iniziato a inviare i primi dati alla sala di controllo di Bangalore. L’operazione sarebbe stata perfetta secondo gli scienziati che si sono lasciati andare a scene di giubilo quando il razzo vettore PSLV - anche questo di fabbricazione indiana e già utilizzato più volte per il lancio di satelliti - ha lasciato la rampa di lancio della base spaziale di Sriharikota, un’isola sulla costa orientale. La missione costata 80 milioni di dollari, durerà due anni e avrà lo scopo di creare una mappa tridimensionale della luna, ma anche di esplorare la superficie alla ricerca di preziose risorse minerarie e di verificare la presenza di ghiaccio ai poli che permetterebbe eventuali insediamenti umani. La navicella orbitante Chandrayaan, che in sanscrito significa carro lunare, è composta da 11 strumenti di rilevazione, di cui circa la metà sono europei e americani.
Con questa impresa, l’India si unisce a Giappone e Cina, in questa gara tutta asiatica all’esplorazione della luna, che a quasi 30 anni dall’Apollo 11, potrebbe nascondere ancora molti segreti.
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