martedì 7 ottobre 2008

Scontri etnici e religiosi in Assam, nuova sfida dell'India

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Come se non bastasse l’ondata di violenza anticristiana nello stato dell’Orissa, un altro fronte di tensione etnica e religiosa si è aperto nel travagliato nord-est dell’India. Da quattro giorni nello stato dell’Assam, famoso per le piantagione di tè ma anche per le insurrezioni separatiste, migliaia di persone sono in fuga a causa di scontri tra la comunità indù e la minoranza mussulmana costituita da immigrati del Bangladesh.
Il bilancio delle vittime è di 48 morti e di oltre cento feriti nelle violenze tra le due comunità e negli scontri con la polizia che è stata affiancata da truppe paramilitari inviate dal governo di Nuova Delhi per cercare di riportare la calma. In tre distretti settentrionali, vicino al confine con il Bhutan, è stato imposto il coprifuoco e le forze dell’ordine hanno l’ordine di sparare a vista. Sono stati impiegati anche degli elicotteri per fermare i disordini che rischiano di estendersi anche in altre province. Finora circa 200 villaggi sono stati coinvolti e 85 mila persone sono state costrette a cercare scampo in scuole e in rifugi di fortuna nelle foreste.
Era da qualche mese le vecchie ostilità tra il gruppo tribale Bodo (che da anni guida la guerriglia separatista) e la comunità degli immigrati bangladesi, erano di nuovo riemerse in alcuni incidenti isolati. In Assam i mussulmani sono circa il 40 per cento della popolazione, ma molti sono clandestini entrati in India attraverso il poroso confine con il Bangladesh, lo Stato nato nel 1971 dalla costola orientale del Pakistan. Si stima che gli immigrati illegali in India sarebbero numerosi milioni
Durante il fine settimana gruppi di ribelli Bodo, armati di frecce, machete e rudimentali armi, hanno assaltato alcuni villaggi a prevalenza mussulmana bruciando le capanne e costringendo alla fuga agli abitanti.
Da tempo la comunità tribale indù in Assam chiede al governo centrale di fermare l’immigrazione clandestina accusata di sottrarre posti di lavoro e di alterare l’equilibrio demografico. E’ una guerra tra poveri. Ma alla base ora ci sarebbero anche motivazioni politiche rappresentate dalla lotta tra il Congresso che è al potere nello stato e il partito indù nazionalista del Bjp che sta affilando le armi in vista delle elezioni generali della primavera del 2009.

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