In onda su Radio Svizzera Italiana
Secondo il Fondo Monetario Internazionale il Pakistan avrà bisogno di 10 miliardi di dollari nei prossimi due anni per evitare la bancarotta. Il collasso dei mercati finanziari mondiali ha acutizzato la grave crisi economica che sta mettendo a dura prova il governo di Asif Ali Zardari, il primo governo democratico dopo l’era di Musharraf. Messo in ginocchio da un’inflazione galoppante, da una svalutazione del 30 per cento della rupia pachistana e da una voragine nei conti pubblici, il Pakistan ha lanciato un disperato sos ai paesi donatori che finora hanno sostenuto il suo debito. Ma con i tempi che corrono, pochi hanno voglia di aprire i cordoni della borsa. Una riunione dei cosiddetti “Amici del Pakistan”,ovvero Stati Uniti, Regno Unito, Cina e Arabia Saudita, è prevista per novembre. Il rischio più grosso è che il Paese non riesca a ripagare gli interessi sul suo debito e quindi vada verso la bancarotta, un’eventualità che potrebbe compromettere anche le capacità di fronteggiare la minaccia degli integralisti islamici nelle zone di confine del nord ovest dove da agosto l’esercito pachistano avrebbe ucciso oltre mille militanti.
Intanto una buona notizia arriva sul fronte della distensione con l’India. Dopo oltre mezzo secolo, le merci potranno attraversare la linea di demarcazione che divide la regione contesa del Kashmir. Dopo il bus della pace di tre anni fa, la strada Srinagar-Muzaffarabad, sarà aperta da oggi anche agli scambi commerciali.
martedì 21 ottobre 2008
Pakistan in bancarotta lancia un SOS
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento