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Con l’uscita di scena di Pervez Musharraf, Pakistan e Afghanistan hanno messo da parte i loro vecchi rancori e iniziato a collaborare nella lotta al terrorismo islamico. Lo dimostra la mini jirga che si chiude oggi a Islamabad e che è il primo tentativo concreto di studiare una strategia comune per porre fine alle violenze nell’impervia zona di confine, è lungo oltre 2400 chilometri che corre tra i due paesi dove ci sono le roccaforti dei talebani e di al Qaeda. Al consiglio, o jirga, hanno partecipato 25 delegati pachistani e afgani in rappresentanza delle tribù di etnia pashtun più alcuni inviati dei due governi. L’ultima grande jirga, tenuta a Kabul, risale ad un anno fa, ma da allora la situazione sembra essere precipitata. Dalle loro basi nel Waziristan pachistano, i talebani hanno intensificato gli attacchi in Afghanistan e per risposta gli Stati Uniti e l’intelligence americana hanno lanciato una campagna di raid oltre frontiera contro i presunti militanti. L’ultimo attacco, effettuato con un missile lanciato da un drone, avrebbe ucciso una ventina di persone in un villaggio appartenente a un comandante del leader talebano locale Maulvi Nazir.
In apertura della mini jirga ieri, il ministro degli esteri pachistano Qureshi ha ancora una volta criticato i raid americani considerato una violazione dell’integrità territoriale nazionale.
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