La comunità dei tibetani è in crisi di identità, ma per ora non ci sarebbero alternative all’approccio moderato della Via di Mezzo seguito con la Cina in questi anni. Il conclave di 500 rappresentanti degli esuli tibetani a Dharamsala che si conclude oggi avrebbe riconfermato l’appoggio alla linea politica del Dalai Lama, anche se ammissione dello stesso leader spirituale, non ha portato a nessun passo. Sembrerebbe quindi che la fazione radicale e indipendentista, costituita dalle nuove generazioni di tibetani che hanno animato le proteste contro le Olimpiadi di Pechino, sia stata messa in minoranza con il rischio ora di probabili spaccature. Ma il comunicato finale, atteso per oggi e seguito da una conferenza stampa del Dalai Lama domani, potrebbe anche dettare delle condizioni ai cinesi sulla liberazione dei prigionieri tibetani incluso il Panchem Lama e il coinvolgimento di un osservatore indipendente durante i prossimi round di negoziati.
Intanto da Pechino giunge l’ennesimo attacco contro ogni possibilità di autonomia per il Tibet e contro qualsiasi compromesso con i tibetani. In un editoriale il Tibet Daily ha definito l’approccio della Via di mezzo un inganno perché come scrive “cerca di ottenere l’indipendenza di una regione che da 700 anni è parte del territorio cinese”. Tutto come prima quindi per gli esuli di Dharamsala.
Da ND MGC
venerdì 21 novembre 2008
Esuli tibetani di Dharamsala confermano linea del Dalai Lama
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