martedì 11 novembre 2008

Puja al dio Hanuman per la vittoria di Obama


Su Apcom
Alla vittoria dell’afro-americano Barack Obama avrebbe contribuito anche Hanuman, il dio induista dalle sembianze di scimmia simbolo della forza e lealtà. Ne è convinto Brij Mohan Bhama, un politico del partito del Congresso, che stamattina ha celebrato una speciale cerimonia religiosa per ringraziare la divinità per l’elezione del senatore dell’Illinois che avrebbe tra i suoi amuleti portafortuna anche un piccolo portachiave che raffigura Hanuman.
Alla presenza di decine di curiosi e di diverse telecamere un gruppo di brahmini intorno a un fuoco sacro ha celebrato una “yagna” e una “puja” recitando una litania di invocazioni per Obama e gettando riso, noci di cocco e burro chiarificato tra le fiamme. La cerimonia si è tenuta nel vecchio tempio dedicato ad Hanuman, che sorge a pochi passi dal Connaught Place, la grande piazza circolare e cuore commerciale della capitale. In particolare, il giorno di martedì è dedicato a questo dio-eroe del libro epico Ramayana che è molto popolare in India e che è raffigurato con una pesante mazza.
“Sono convinto che l’elezione di Obama migliorerà le relazioni tra Stati Uniti e India – ha detto ai giornalisti il 56enne Bhama che il 15 gennaio si recherà negli Usa “su invito del partito democratico” per consegnare direttamente al presidente eletto una statua di 15 chili placcata in oro di Hanuman, un regalo offerto lo scorso giugno, ma che non aveva potuto accettare. “I senatori Usa non possono ricevere regali dall’estero di valore superiore ai 10 dollari – spiega – ma ora che è presidente può accettare”. Obama avrebbe promesso di mettere la statua nel suo ufficio dove c’è già un ritratto del Mahatma Gandhi. I brahmini indiani avevano già celebrato un rito propiziatorio per Obama la scorsa primavera alla presenza della leader democratica Carolyn Sauvage-Mar e su richiesta di alcuni politici indo-americani del Partito Democratico “che avevano chiesto l’aiuto di Hanuman proprio per favorire la vittoria di un candidato di colore”. Per via del suo amuleto del dio-scimmia, che si ritiene sarebbe un ricordo di quanto viveva in Indonesia con il patrigno mussulmano, Obama è diventato l’idolo della diaspora indiana.
Tuttavia in India il successo del leader afro-americano ha suscitato qualche perplessità soprattutto per le sue dichiarazioni contro l’outsourcing di servizi informatici e in materia di anti proliferazione nucleare (anche se ha votato a favore dell’accordo sul nucleare pacifico con Nuova Delhi).
In particolare, aveva creato qualche apprensione l’esclusione dell’India dal primo e dal secondo giro di telefonate fatte da Obama dopo la sua vittoria quando ha chiamato 16 leader stranieri, tra cui anche il presidente pachistano Asif Ali Zardari. Proprio oggi il primo ministro Manmohan Singh, di ritorno da una visita di tre giorni nei Paesi del Golfo ha messo a tacere le polemiche precisando di essere stato chiamato sabato scorso, ma di non aver potuto rispondere in quanto si trovava in viaggio.

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