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Nonostante le proteste del governo pachistano espresse solo pochi giorni fa al generale Petraeus, il nuovo responsabile del Centcom, gli Stati Uniti sembrano decisi a continuare nella loro strategia di eliminare con attacchi mirati le presunte basi di Al Qaeda nelle regioni tribali pachistane. Ieri, per la diciottesima volta in pochi mesi, un missile lanciato da un aereo drone della Cia ha distrutto una casa nel nord del Waziristan uccidendo almeno 11 sospetti, secondo fonti pachistane. Si pensa che sia stato il nascondiglio di uno dei collaboratori del leader talebano Baitullah Mehsud, sospettato tra l’altro dell’uccisione di Benazir Bhutto lo scorso dicembre. Ma come al solito l’attacco non è stato confermato dagli Usa e non si conosce l’identità delle vittime. Il governo di Islamabad teme che queste ripetute incursioni siano controproducenti perché creano sentimenti antiamericani tra le tribù di etnia pashtun e vanificano i tentativi del governo di arrivare ad un’intesa per sradicare i gruppi degli estremisti stranieri.
Le relazioni tra Usa e Pakistan si trovano a un punto di svolta. Il futuro inquilino della casa Bianca, Barack Obama, che oggi ha telefonato al presidente Asif Ali Zardari, si è impegnato a cercare ancora il supporto di Islamabad nella campagna contro il terrorismo islamico. Ma si ritiene che a differenza di Bush difficilmente sarà disponibile a sborsare miliardi di dollari per sostenere militarmente l’alleato Pakistan.
sabato 8 novembre 2008
Pakistan, nuovo attacco missilistico Usa in Waziristan
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