lunedì 17 novembre 2008
Tibetani in conclave a Dharamsala decidono il loro destino
Sarà una settimana cruciale questa per la comunità tibetana in esilio che alla vigilia del 50esimo anniversario della fuga del Dalai Lama in India si ritrova a dover ripensare radicalmente la strategia nei confronti della Cina. Circa 500 delegati sono riuniti da ieri in un conclave a Dharamsala per quella che il primo ministro in esilio Samdhong Rinpoche ha definito una “libera e sincera discussione” da cui potranno emergere nuove idee alternative” alla politica di mediazione con la Cina. Secondo l’ammissione dello stesso Dalai Lama, l’approccio moderato conosciuto come “la via di mezzo , è fallito. L’ultimo round di negoziati a Pechino, l’ottavo dal 2002, non ha portato a nessun frutto, anzi la posizione cinese sembra essersi irrigidita. Nella comunità tibetana, soprattutto tra le nuove generazioni, stanno emergendo posizioni più radicali e indipendentiste. E’ un segnale nuovo che arriva direttamente dal Tibet come si è visto dalla violenta insurrezione di marzo. Ma c’è anche un elemento in più. La salute del 73enne e attivissimo Dalai Lama, ricoverato ad agosto per un’operazione chirurgica, è sempre più fragile. Il dibattito sulla successione rimane ancora aperto. Anche di questo dovrà discutete il conclave dei tibetani che si conclude sabato prossimo.
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