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“Questo è un buon momento per entrare sul mercato con un’auto come la Linea ”. Parola di Rajeev Kapur, il manager indiano a capo della joint venture tra Fiat e Tata Motors, siglata ufficialmente un anno fa e battezzata Fiat India Automobiles Limited. Kapur è seduto ad un tavolo con i giornalisti nella mensa del grande stabilimento di Ranjangaon, distretto industriale vicino a Pune, fiore all’occhiello dello stato del Maharashtra. Ha ancora sulla fronte il segno vermiglio che un bramino gli ha impresso dopo aver “benedetto” con noci di cocco, incenso e fiori il cofano della prima auto uscita dalla catena di montaggio nuova di zecca.
Oggi la Fiat ha inaugurato la produzione della Linea, la berlina di lusso già presente in Turchia e nel resto d’Europa e a cui sono affidati le sorti del rilancio del Lingotto sul ricco mercato indiano.
A partire dal prossimo 16 dicembre, dopo il lancio ufficiale a Mumbai, la Linea sarà in vendita in circa 60 concessionari Fiat-Tata. L’obiettivo dichiarato da Kapur è di vendere 2500 auto al mese, un traguardo che la stampa indiana ha definito ambizioso soprattutto dopo il crollo della domanda di vetture degli ultimi mesi. La crisi mondiale si fa sentire anche sull’India. Anche se le stime di crescita rimangono superiori al 6 per cento, si sta già verificando una frenata dei consumi di beni durevoli da parte della classe media emergente. “Siamo convinti – aggiunge Kapur – che il segmento B e C continuerà a crescere”. La Linea , che sarà prodotta in tre gamme (“Il prezzo sarà deciso due ore prima del lancio”) era stata presentata già all’inizio dell’anno al Salone dell’Auto di Nuova Delhi, monopolizzato dalla Tata Nano, la mini car che è stata bloccata dalle proteste dei contadini in Bengala Occidentale. “Abbiamo mantenuto la nostra promessa” ha aggiunto il manager minimizzando il ritardo di alcuni mesi che sarebbe dovuto a problemi tecnici.
La nuova linea di produzione (in tre capannoni dedicati alla lastratura, verniciatura e montaggio) “è all’avanguardia ed è stata realizzata in sei mesi” spiega Giorgio Bollato, responsabile della produzione che ha messo in piedi la fabbrica in Turchia. “Questo è il più grande investimento di Fiat dopo Turchia e Polonia” - aggiunge. La catena di montaggio sarà in grado di produrre un auto ogni 112 secondi. La capacità dello stabilimento è di 200 mila unità all’anno, ma potrà essere raggiunta solo quando saranno prodotti altri modelli come la Grande Punto , l’altra vettura su cui la Fiat punta la sua riscossa in India e che entrerà in produzione nella seconda metà del 2009. La stessa struttura potrà poi essere usata in futuro anche per la nuova Indica X1 di Tata.
Intanto continuerà la produzione della Palio Stile, una nuova versione della world car sbarcata sul mercato indiano nel 2001 sulla scorta del grande successo in Brasile, ma che non è mai riuscita a sfondare per la cattiva gestione della rete di post vendita. “ A partire da quest’anno abbiamo iniziato a esportare 800 Palio in Sudafrica – ha aggiunto Kapur – e cercheremo di aumentare questo numero il prossimo anno. L’esportazione nei Paesi con guida a destra permetterebbe di sfruttare le potenzialità della fabbrica di Ranjangaon (in totale 200 mila veicoli all’anno e 300 mila tra motori e trasmissioni), rimasta inutilizzata per dieci anni e riaperta nell’aprile del 2006 grazie all’accordo da un miliardo di dollari circa tra Fiat e Tata.
venerdì 21 novembre 2008
Fiat inuagura produzione della Linea a Ranjangaon
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