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Ignorando gli appelli della comunità internazionale per una tregua che permetta di mettere in salvo la popolazione civile, l’esercito srilankese continua la sua avanzata nell’ultima fascia di territorio controllata dalle Tigri Tamil. In una violenta battaglia ieri l’esercito ha catturato la seconda base navale a Chalai, nel distretto di Mullaitivu, ultima postazione dei ribelli sulla costa nord orientale. Secondo fonti militari sono stati uccisi 15 guerriglieri, tra cui alcuni comandanti. Rimane ancora incerta la sorte del numero uno Velupillai Prabhakaran che potrebbe essere nascosto in un bunker nella foresta oppure aver lasciato l’isola. Rivolgendosi al parlamento, il primo ministro Ratnasiri Wikremayake ha offerto un’amnistia ai militanti a condizione che depongano le armi. Ma il governo ha escluso qualsiasi negoziazione o cessate il fuoco. Preoccupa la sorte dei civili intrappolati nei combattimenti. Negli ultimi 4 giorni circa 1500 sfollati hanno attraversato il fronte di guerra per rifugiarsi nelle zone controllate dal governo. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che ieri si trovava a New Delhi, ha telefonato al presidente Rajapaksa per chiedere il rispetto dei diritti della popolazione civile. Secondo le Nazioni Unite sarebbero decine i civili vittime dei bombardamenti dell’ultima settimana.
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