sabato 7 febbraio 2009

India, Paganetto (Enea): "crisi può favorire sviluppo energie pulite"

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“Siamo di fronte a un nuovo ciclo tecnologico dove le energie alternative saranno il processo innovativo dominante e là dovremo esserci”. Luigi Paganetto, presidente dell’Enea, ha presentato oggi all’ultimo giorno dell’India Sustainable Development Summit il progetto di centrale solare termodinamico di Priolo Gargallo, in Sicilia. L’impianto realizzato con l’Enel è all’avanguardia mondiale per efficienza energetica.
Per quattro giorni a Nuova Delhi centinaia di esperti, politici e imprese da tutto il mondo si sono confrontati sulla questione del post Kyoto e su come superare le divisioni tra Nord e Sud in vista del summit di Copenhagen sul cambiamento climatico il prossimo dicembre. L’assenza dell’Italia purtroppo “balza vistosamente agli occhi” dice Paganetto, l’unico delegato italiano tra i numerosi colleghi francesi e tedeschi che hanno affollato anche gli stand della mini fiera sulle energie pulite allestita davanti alla sede del convegno organizzato dal centro Teri (centro studi Tata sulle energie rinnovabili) diretto da R.K Pachauri, che è qui anche in veste di presidente del Comitato Intergovernativo dell’Onu sui cambiamenti climatici. “Ma non sono io a fare queste scelte – aggiunge - Io posso solo dire che sto facendo una timida proiezione delle nostre capacità a livello internazionale”.
La ricetta di Paganetto per una crescita “verde” e soprattutto rispettosa dei bisogni dei Paesi emergenti passa attraverso il trasferimento di innovazione tecnologica che non significa solo “costruire un impianto o vendere la nuova tecnologia e poi andarsene”, ma coinvolgere i Paesi destinatari “come l’Enea sta facendo in Egitto e ora anche in Libia dove sono interessati a sfruttare l’energia solare per la desalinizzazione”. L’idea è di realizzare “laboratori congiunti” in cui “il titolare del brevetto sviluppa il progetto trasferendo le conoscenze alle maestranze del paese emergente, il quale poi entra in possesso dell’impianto e anche delle capacità per gestirlo e riprodurlo”. E’ una soluzione che è vincente per entrambi e che si sta sperimentando in Cina. Un anno fa l’Enea ha firmato a Cantoon una lettera di intenti per la creazione di un laboratorio con centri di ricerca cinesi con particolare attenzione al solare termodinamico e alle biomasse.
“Vorrei usare qui in India lo stesso approccio. La mia visita è solo esplorativa, ma sono già stato contattato da un industriale indiano che era conoscenza del nostro progetto in Libia sviluppato con il partner Tekind”.
Paganetto è convinto che la strada per il trasferimento delle tecnologie nei Paesi emergenti passi attraverso la collaborazione tra pubblico e privato. Il connubio “ricerca-industria” è essenziale perché l’innovazioni diventi disponibile ai paesi che ne hanno bisogno. “Bisogna evitare di creare un “energy divide” tra nord e sud” che come il “digital divide” già esistente rischia di allargare ancora di più la forbice tra Paesi poveri e Paesi ricchi.
Contrariamente a quanto si teme, la recessione mondiale non rallenterà la ricerca di nuove tecnologie pulite. “Sono proprio questi i momenti in cui c’è necessità di inventare qualcosa” spiega Paganetto, che da economista ha studiato questi processi – e in cui c’è una forte spinta all’innovazione”. Barak Obama ha già tracciato la strada con il suo new deal ecologico “in cui, si badi bene, non c’è un solo dollaro dedicato agli altri Paesi” nota Paganetto convinto che non “bastano le dichiarazioni di principio” sulla necessità di salvare il pianeta, “ma bisogna fare in modo che le preoccupazioni diventino di tutti. Intervenendo al forum di Delhi ieri, il giornalista Thomas L.Friedman del New York Times ha detto che “il sogno di ogni popolo è di avere lo stile di vita degli americani” e non viceversa. Quindi bisogna trovare gli strumenti per permettere che certi meccanismi, come il trasferimento di innovazioni tecnologiche, si realizzino a beneficio di tutti quanti”.

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