Su Radio Vaticana
Urne aperte per 171 milioni di elettori nel vasto arcipelago indonesiano che è anche il paese con la più grande popolazione mussulmana al mondo. Sono le terze elezioni generali dalla caduta del dittatore Suharto nel 1998 e rappresentano un test cruciale per il presidente Bambang Susilo Yudhoyono del Partito Democratico, alla ricerca di un secondo mandato il prossimo 8 luglio, quando si terrà il secondo round del complicato processo elettorale. Durante la notte si sono registrati alcuni gravi incidenti con diverse vittime a Papua, la provincia più orientale, dove un gruppo di ribelli ha attaccato un posto di polizia. I seggi elettorali a Papua stamattina erano deserti.
Secondo i sondaggi, il partito del riformatore Yudhoyono sarebbe in vantaggio, ma sarebbero in crescita anche i partiti islamici che hanno in agenda l’imposizione della sharia, la legge coranica e che potrebbero far leva sul malcontento popolare per la crisi economica e per l’alto tasso di corruzione del paese.
I partiti in lizza sono 38 e i risultati sono attesi per il 9 maggio. Solo chi 25 % dei voti potrà nominare un proprio candidato alla presidenza per la seconda fase delle elezioni a luglio
Nella zona di East Nusa Tenggara, la provincia a maggioranza cristiana, la commissione elettorale ha posticipato il voto al martedì per permettere alla popolazione di partecipare alle celebrazioni pasquali.
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