Pubblicato su Apcom
Gli eserciti di India e Cina saranno da oggi impegnati in una serie di esercitazioni militari nei pressi di Kunming, capoluogo della provincia dello Yunnan, che confina con il subcontinente indiano. E’ la prima volta che i due giganti asiatici organizzano “war games” congiunti. Finora la cooperazione militare era limitata alle rispettive marine. L’operazione è chiamata “Hand in Hand 2007” ed era stata decisa dopo la visita del presidente Hu Jintao a Nuova Delhi nel novembre di un anno fa. Sarà concentrata su operazioni antiterrorismo e coinvolgerà alcuni reparti speciali dell’Armata Rossa e truppe indiane d’elite dislocate nella travagliata regione del Kashmir. “L’esercitazioni congiunta tra i due eserciti – si legge in un comunicato del governo indiano – riflette il progressivo avvicinamento di India e Cina nel settore della difesa. All’inizio dell’anno due unità navali della marina indiana erano attraccate al porto di Qingdao per partecipare ad una esercitazione congiunta con la marina del People Liberation Army. Lo scorso novembre i due Paesi hanno anche tenuto il loro primo “Annual Defence Dialogue” in Cina”.
Le esercitazioni coincidono con l’annuncio della visita a Pechino del primo ministro indiano Manmohan Singh fissata per il prossimo 13 gennaio. E’ un momento delicato per le relazioni indo cinesi a causa di recenti tensioni emerse sulla vecchia questione dei confini. La delimitazione della lunga frontiera di oltre 3000 km attraverso l’Himalaya rimane ancora un contenzioso irrisolto, nonostante i round di negoziati avviati nel 2005 durante la missione del premier Wen Jiabao a Nuova Delhi. Le trattative sono in fase di stallo. Mentre l’India rivendica migliaia di chilometri quadrati di un altipiano deserto nella regione del Kashmir (in parte ceduto da Islamabad a Pechino), la Cina non ha mai abbandonato le pretese sulla regione di Tawang (dove sorgono importanti centri di culto tibetani) nello stato indiano dell’Arunachal Pradesh, nel settore centrale della frontiera.
Un ulteriore disgelo era avvenuto lo scorso ottobre quando la presidente del partiti del Congresso, Sonia Gandhi, si era recata a Pechino. Significativamente era stata la prima personalità straniera a incontrare la nuova leadership appena riconfermata dal congresso del partito comunista cinese.
“Questa visita di Singh a gennaio potrebbe essere la prima dopo tanti anni a non produrre alcun significativo passo avanti sulla questione dei confini – ha scritto ieri in un editoriale sul quotidiano “The Indian Express” l’esperto di affari internazionali Raja Mohan, ricordando come gli ex premier Rajiv Gandhi nell’1988, P.V. Narasimha Rao nel 1993 e Atal Behari Vajpayee nel 2003 avevano invece ottenuto risultati positivi. Vajpayee per esempio era riuscito a convincere i cinesi a riconoscere la sovranità indiana sull’ex regno himalayano del Sikkim, annesso dall’India nel 1975. Dopo aver combattuto una miniguerra sui confini nel 1962, le relazioni tra India e Cina hanno fatto enormi passi in avanti soprattutto in materia di relazioni commerciali, ma lungo i confini la tensione tra i due eserciti rimane sempre alta.
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