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Mantenendo fede alla promessa fatta circa due settimane fa, Pervez Musharraf ha revocato lo stato di emergenza introdotto agli inizi di novembre in una svolta autoritaria duramente criticata dagli Stati Uniti e dalle comunità internazionale. Con il ritorno alla legalità costituzionale, il presidente pachistano intende mostrare l’impegno a garantire il corretto svolgimento delle elezioni generali fissate per l’8 gennaio. I due principiali leader dell’opposizione e rivali politici Benazir Bhutto e Nawaz Sharif, parteciperanno al voto che sarà cruciale per verificare la popolarità di Musharraf che sarebbe in forte declino. Secondo un sondaggio pubblicato dal “New York Times” due terzi dei pachistani vogliono le dimissioni dell’ex generale che stasera si rivolgerà alla nazione in un messaggio radio televisivo. Va anche ricordato che la revoca dello stato di emergenza non implica di fatto nessun cambiamento concreto soprattutto per l’indipendenza del sistema giudiziario e per la libertà di informazione. Di recente il governo ha imposto nuove restrizioni sui talk show e sui programmi in diretta televisiva, mentre metà dei giudici della Corte Suprema sono stati esautorati dopo il 3 novembre. L’ex capo dei giudici Iftikar Chaudry è ancora agli arresti domiciliari. “C’è ancora molto da fare per instaurare una vera democrazia” ha reagito la signora Bhutto dalla città di Quetta dove si trova per la sua campagna elettorale. La presidente del Partito Popolare Pachistano, che è stata premier per due volte in passato, ha molte chance di vittoria nel voto di gennaio, ma non potrà diventare primo ministro, se non sarà modificata una norma costituzionale che vieta un terzo mandato per incarichi di governo.
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