giovedì 20 dicembre 2007

Taslima Nasreen lascerà l'India, Calcutta ha detto di no al suo ritorno

Pubblicato su Apcom

La scrittrice bangladese Taslima Nasreen potrebbe presto lasciare l’India. Dopo una riunione con i responsabili dei servizi segreti, il governo indiano ha deciso di dare un “ultimatum” all’intellettuale anti velo islamico che da oltre un mese si trova sotto stretta sorveglianza in una località segreta alle porte di Nuova Delhi. La Nasreen non potrà tornare a Calcutta dove ha trascorso gli ultimi tre anni del suo lungo esilio, ma potrà rimanere nella capitale in una condizione simile agli arresti domiciliari oppure lasciare l’India. Toccherà alla scrittrice decidere, ma è molto probabile che sceglierà di ritornare in Europa, probabilmente in un Paese scandinavo dove si trovava prima di rifugiarsi a Calcutta, una città che considera come “la sua seconda casa”.
A nulla sarebbe servito la decisione di Taslima di “epurare” alcuni passaggi del libro “Dwikhandito” considerati offensivi per la religione islamica. L’autocensura non avrebbe accontentato le frange dei fondamentalisti mussulmani che chiedono al governo indiano di non rinnovare più il suo visto (che tra l’altro scade solo a febbraio).
Circa un mese fa a Calcutta erano scoppiati violenti disordini dopo le proteste di uno sconosciuto gruppo islamico. Per timore di alimentare la tensione con la minoranza mussulmana, il governo del Bengala Occidentale, che è guidato dai comunisti, aveva deciso il “trasferimento” della Nasreen nella città di Jaipur. Ma anche in quel caso il governo dello stato nord occidentale del Rajasthan si era rifiutato di accoglierla e l’intellettuale era stata scortata a Nuova Delhi prima in una guest-house nei pressi della zona diplomatica e poi, per evitare il clamore dei mass media, in una residenza governativa in periferia.
La sua “espulsione” rischia di alimentare un’ondata di critiche contro il governo di Manmohan Singh che, secondo alcuni commentatori, non sarebbe stato disposto a scontentare l’elettorato mussulmano alla vigilia di probabili elezioni generali anticipate nel 2008.

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