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Dopo averlo considerato per nove anni il generale dittatore di Islamabad, l’India non se la sente di esultare per l’uscita di scena definitiva di Pervez Musharraf che secondo voci insistenti starebbe per dare le dimissioni per evitare l’umiliazione dell’impeachment. La paura che aleggia negli ambienti diplomatici di Delhi è che il Pakistan, potenza nucleare e principale protagonista della lotta contro il terrorismo islamico, possa cadere in un limbo politico. Il consigliere per la Sicurezza Nazionale indiano Narayan in un’ intervista alcuni giorni fa è stato esplicito. “Il vuoto lasciato da Musharraf - ha detto - lascia alle frange radicali la libertà di agire a loro piacimento non solo sul confine afghano, ma anche sull’altro versante”, ovvero in Kashmir che dopo anni di pace, da alcune settimane ribolle di nuovo di violenza anti indiana. In coincidenza con l’indebolimento politico di Musharraf, i due eserciti hanno anche ripreso a sparare a cavallo della linea di demarcazione che divide i due Kashmir dove dal 2003 è in vigore un cessate il fuoco. Per non parlare poi degli attentati esplosivi di luglio nello stato del Gujarat che secondo gli indiani avrebbero connessioni con gruppi radicali pakistani. Il generale di Islamabad, come lo chiamava la stampa indiana prima che lasciasse l’uniforme, quattro anni fa aveva avviato un processo di pace che ha portato a degli enormi progressi nel campo dei collegamenti stradali e ferroviari, degli scambi commerciali e anche della distensione nucleare. Il nuovo governo del partito di Zardari vedovo di Benazir Bhutto, si à impegnato a proseguire sulla strada della pace, ma rimangono molte incognite soprattutto su chi avrà il controllo dell’esercito e dei servizi segreti.
venerdì 15 agosto 2008
Dinissioni di Musharraf, l'India teme un limbo politico
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