In onda su Radio Svizzera Italiana
Erano anni che nel Kashmir indiano non si vedeva una sollevazione popolare cosi massiccia contro il governo di New Delhi. Sembrava che il movimento separatista, indebolito da divisioni interne, avesse ormai rinunciato a rivendicare l’indipendenza o a insistere sulla promessa mai mantenuta di indire un plebiscito sotto la supervisione delle Nazioni Unite. Il disgelo tra India e Pakistan avviato nel 2003 con un cessate il fuoco sulla linea che divide i due Kashmir aveva portato un periodo di relativa calma nella tormentata regione himalayana favorendo anche una ripresa del turismo. Dopo le proteste e le violenze di queste ultime settimane che hanno provocato quasi trenta morti, di cui tre negli scontri avvenuti oggi, la situazione sembra essere ritornata alla prima insurrezione dei separatisti della fine degli anni Ottanta. Per bloccare l’ennesima marcia di protesta le forze dell’ordine hanno imposto il coprifuoco a Srinagar e per la prima volta arrestato tre leader separatisti, i falchi Said Ali Shah Gelani e Yassin Malik e anche il moderato Mirwaiz Omar Faruk, che è un’importante autorità religiosa tra i mussulmani kashmiri.
La scintilla che ha fatto riesplodere la rabbia kashmira è stata l’assegnazione di un appezzamento di terra a Baltal, punto di partenza per un famoso pellegrinaggio ad una grotta sacra al dio Shiva. La decisione, che è poi stata revocata, ha scatenato le ire della minoranza indu, concentrata nella città di Jammu, che per giorni ha bloccato l’unica strada di accesso alla valle di Srinagar.
lunedì 25 agosto 2008
Kashmir in fiamme, arrestati tre leader separatisti
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