venerdì 29 agosto 2008

Violenze anti cristiane in Orissa, 45 mila scuole chiuse

In onda su Radio Vaticana
Circa 45 mila scuole e istituti cristiani sono rimasti chiusi ieri in India per esprimere solidarietà alle vittime dell’ondata di violenza religiosa che sta sconvolgendo lo stato dell’Orissa da quasi una settimana. A New Delhi. Mumbai e nelle principali città le organizzazioni cristiane hanno organizzato marce e sit-in pacifici per sollecitare l’intervento delle autorità indiane. Il premier Manmohan Singh, incorando una delegazione di vescovi, ha definito gli attacchi contro i cristiani una “vergogna nazionale”. Secondo cifre ufficiali aggiornate sono morte 12 persone, tra cui una missionaria laica arsa viva, nelle violenze scoppiate dopo l’uccisione del leader religioso del gruppo di estrema destra indi Vishwa Hindu Parishad. ma ancora adesso manca un quadro chiaro della situazione nel distretto di Kandhamal, epicentro delle violenze che hanno anche causato la fuga di 7000 famiglie.
La Commissione nazionale per i Diritti umani ha chiesto al governo dell’Orissa di presentare un rapporto entro due settimane.
Intanto si sono registrati altri atti vandalici e saccheggi a Gwalior, nello stato nel Madhya Pradesh, contro alcune chiese e scuole che erano chiuse per la giornata di solidarietà nazionale.

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