mercoledì 18 marzo 2009

Il ribelle Varun Gandhi denunciato per commenti antimussulmani

Varun Gandhi, il giovane ribelle della dinastia politica più famosa in India, è sotto il fuoco delle polemiche dopo un comizio anti mussulmano pronunciato in occasione della campagna per le prossime elezioni generali di aprile-maggio. Il nipote di Indira Gandhi, che milita tra le file del partito indu-nazionalista del Bjp, è stato denunciato per violazione del codice di condotta elettorale e isolato dal suo stesso partito che si è dissociato dalle dichiarazioni razziste. E’ un brutto colpo per il Bjp, il partito dell’opposizione guidato dall’ultraottantenne L.K Advani, che punta le sue carte proprio sulle nuove generazioni e sulla classe media.
Parlando ai suoi sostenitori, nel collegio elettorale di Pilibhit, nel nord del popoloso stato dell’Uttar Pradesh, Varun aveva minacciato di “tagliare la gola” ai mussulmani che “osano alzare le loro mani sugli indù” aggiungendo anche commenti offensivi sulla politica filo mussulmana seguita da sua zia (Sonia Gandhi). Il discorso, trasmesso in televisione e diffuso su “You Tube”, ha spinto la Commissione Elettorale Indiana a intervenire.
In una conferenza stampa oggi Varun ha detto di essere “vittima di una cospirazione politica” denunciando che le sue parole sono stare manomesse nella registrazione. Ha però difeso le sue idee nazionalistiche: “Sono fiero di essere un indù e un indiano”.
Il ventinovenne Vaun, che ha studiato economia a Londra, è considerato un astro emergente della politica indiana in rivalità con il più famoso cugino Rahul, l’erede politico del Congresso e proiettato come futuro primo ministro in “tandem” con l’anziano premier Manmohan Singh. A differenza del primogenito di Sonia, considerato timido e poco carismatico, Varun avrebbe una maggiore inclinazione come politico e oratore. Suo padre Sanjay, morto nel 1980 mentre faceva acrobazie con il suo aereo sopra i cieli di Nuova Delhi, era destinato alla successione politica di Indira Gandhi (assassinata un anno dopo) raccolta poi dal riluttante Rajiv, il marito di Sonia, anche lui andato incontro a un tragico destino.
La madre Maneka Gandhi, giornalista, ex ministro in più governi e fervente attivista a favore della protezione degli animali, è sempre stata in forte contrasto con la famiglia dei Gandhi. E’ considerata anche lei un “ribelle” che nel 2004 è stata rieletta in Parlamento nelle file del Bjp dal collegio elettorale di Pilibhit, ora “ceduto” all’unico figlio Varun, che dopo questo passo falso potrebbe vedere evaporare prematuramente le sue ambizioni politiche.

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