Nonostante i tentativi di riconciliazione e l’intervento della Casa Bianca, il presidente Asif Ali Zardari e il suo rivale Nawaz Sharif sembrano ormai avviati verso lo scontro frontale. Sfidando gli arresti domiciliari, il leader dell’opposizione ha lasciato la sua casa di Lahore per recarsi alla manifestazione di protesta dei giudici, avvocati e magistrati che dovrebbe culminare domani con un sit in davanti al parlamento di Islamabad. In queste ore il ministero degli interni pachistano ha precisato che Sharif e il fratello Shahbaz non sono stati arrestati, ma posti sotto protezione per il timore di attentati.
Parlando ai sostenitori del suo partito, prima di lasciare la sua residenza, l’ex premier Sharif aveva accusato il governo di instaurare “uno stato di polizia e di usare metodi illegali per fermare la marcia dei giudici”. I dimostranti si sarebbero radunati in queste ore davanti al palazzo giudiziario di Lahore dove la polizia è intervenuta con i gas lacrimogeni e manganelli per disperdere la folla. Ci sarebbero numerosi feriti.
In un tentativo di disinnescare la crisi, ieri Zardari aveva deciso di ammorbidire la sua posizione e di presentare un appello contro il verdetto della Corte Suprema che lo scorso mese aveva escluso i fratelli Sharif dalle cariche pubbliche e che aveva innescato le proteste.
Ma la vecchia rivalità, che covava sotto le ceneri, è ora riesplosa, con il rischio, paventato da molti, che l’esercito guidato dal generale filo occidentale Ashfaq Kayani, possa ancora una volta decidere i destini del Paese.
domenica 15 marzo 2009
Pakistan, Sharif sfida gli arresti domiciliari
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