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A tre settimane dall’apertura delle urne si infiamma il clima elettorale in India con una nuova faida all’interno della famiglia Gandhi. A incrociare le lame sono due nipoti dell’ex premier Indira Gandhi che siedono sui lati opposti dello schieramento politico: Varun Gandhi, il giovane ribelle della dinastia passato nelle file della destra indù e Priyanka Gandhi, la figlia di Sonia, che pur avendo scelto di rimanere nell’ombra del Congresso, gode di un forte carisma politico, che sembra invece mancare al fratello e delfino designato Rahul. L’oggetto del contendere sono le frasi razziste e anti mussulmane pronunciate durante un comizio in Uttar Pradesh da Varun, candidato del partito indù-nazionalista Bharatiya Janata Party (Bjp, Partito del Popolo Indiano) trasmesse da alcune televisioni. Dopo aver verificato l’autenticità dei filmati, la Commissione Elettorale ha chiesto ieri al Bjp di rimuovere Varun dalla lista dei candidati in lizza nel collegio di Pilibhit, un piccolo centro dell’influente stato settentrionale dell’Uttar Pradesh e roccaforte elettorale della madre Maneka Gandhi, parlamentare e nota attivista per la difesa degli animali. Ai tempi del governo di Indira Gandhi, le due cognate, l’italiana Sonia (docile sposa di Rajiv Gandhi) e la battagliera Maneka (moglie di Sanjay Gandhi, morto mentre pilotava il suo aereo nel 1980) avevano già ingaggiato una feroce battaglia per conquistarsi i favori della famosa suocera. Da quando Maneka, rimasta vedova con il neonato Varun, se ne andò dalla storica residenza del numero 10 di Janpath sbattendo la porta, le due donne non si sono mai più rivolte la parola.
A dissotterrare l’ascia di guerra sono ora i cugini. Durante una visita oggi al collegio elettorale della madre di Rae Bareli, sempre in Uttar Pradesh, la trentasettenne Priyanka, ha accusato il cugino di tradire “i principi e i valori della famiglia” e di disonorare “coloro che sono vissuti e morti” per difendere questi valori. E’ stato uno dei rarissimi commenti di Priyanka davanti alla stampa a cui ha anche confidato di non avere alcuna ambizione di presentarsi alle elezioni di aprile-maggio, ma solo di sostenere la campagna della madre e del fratello, come aveva già fatto nel 2004. Criticando il cugino Varun che aveva giurato sui libri sacri dell’induismo di “tagliare le mani” ai mussulmani che avrebbero alzato le mani sugli indù, la figlia di Sonia ha affondato il coltello: “Gli consiglierei prima di leggere i libri della Gita (le antiche scritture filosofiche) e cercare di capirli a fondo” prima di parlare.
Il partito del Bjp ha finora difeso il suo candidato e nel pomeriggio un portavoce ha ribattuto di “non essere disposto a prendere lezioni di induismo da Priyanka”. Il duello è appena iniziato.
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