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E’ iniziata ufficialmente oggi la campagna elettorale di Rahul Gandhi che ha scelto Wardha, una della città del Mahatma nello stato Maharasthra, come prima tappa di un “tour-de-force” che prevede quattro comizi al giorno.
Il primogenito di Sonia ed erede designato del partito del Congresso, presenterà la sua candidatura il prossimo 4 aprile nel collegio di Amethi, la roccaforte di famiglia che sorge nello stato dell’Uttar Pradesh, lo stato chiave da 190 milioni di abitanti dove si giocano i destini politici dei governi di Nuova Delhi. Rahul, nella tradizionale casacca bianca e sandali di cuoio come usava indossare suo padre Rajiv, si propone come il “volto giovane” nello storico partito dei Nehru-Gandhi che ha dominato la storia dell’India indipendente, ma che nelle ultime elezioni ha visto una notevole erosione di consensi a causa dell’avanzata della destra indù e dei potenti partiti regionali. A parte la circoscrizione della capitale New Delhi, il Congresso è praticamente assente nel Nord dell’India, mentre in Maharastra (lo stato di Mumbai) e nel popoloso stato meridionale del Tamil Nadu dipende da alleanze ballerine.
Da quando due anni fa è entrato nei vertici del Congresso, il trentottenne Rahul ha iniziato un apprendistato politico da premier sotto le ali protettive di Manmohan Singh. Ma è un ruolo che lo vede molto cauto e riluttante, nonostante le pressioni interne e nonostante il forte consenso popolare di cui gode e che lo ha già proiettato come futuro leader. Nei manifesti elettorali però il suo volto compare accanto al premier Manmohan Singh, il candidato ufficiale (recentemente sottoposto a una operazione di by pass) e la madre Sonia, la quale ha reiterato il suo rifiuto a occupare un ruolo di governo come aveva già espresso nel 2004 all’indomani del trionfo elettorale sul Bjp.
In questa “triade” di poteri, Rahul almeno per ora è la “macchina da guerra” per raggiungere l’obiettivo prefissato dei 200 seggi nel Lok Sabha (la camera bassa) composta da 543 seggi. Ma se il Congresso sarà confermato il 16 maggio, quando ci sarà lo spoglio, difficilmente Rahul sarà “cooptato” nel governo. Il suo principale obiettivo nei prossimi due anni è quello di riformare l’ala giovanile del Congresso, un partito oggi dominato da nepotismo e corruzione. Nei suoi frequenti viaggi “alla scoperta dell’India” Rahul si è accorto che i direttivi dei movimenti giovanili del Congresso erano gli stessi negli ultimi dieci anni e che per un giovane era praticamente impossibile entrare in politica. Il suo principale impegno è ora di democratizzare il partito attraverso elezioni e sistemi meritocratici in modo da ristabilire i contatti con le nuove generazioni e con la grande massa delle caste basse e dei “dalit” passati dalla parte di Kumari Mayawati, la regina degli “ex intoccabili” dell’Uttar Pradesh e aspirante premier.
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