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Da quando il documentario sulla sua vita ha avuto una nomination agli Oscar, Mohammed Salim, il “cinema walla”, è diventato improvvisamente una star delle baraccopoli di Calcutta. Peccato però che non sappia nemmeno cosa è un Oscar e che sia abbastanza risentito contro quegli “americani” che lo hanno filmato per una settimana e poi gli hanno chiesto di firmare una lettera che lo legava a loro “in esclusiva”. Cosa che si è rifiutato di fare, come ha detto al quotidiano “The Hindustan Times” che gli ha dato in anteprima la notizia della nomination del cortometraggio documentario dal titolo “Salim Baba” realizzato dal regista americano Tim Sternberg e da Francisco Bello.
La pellicola in concorso, girata nel 2006, ha come protagonista questo cinquantaduenne padre di sei figli che fa di mestiere il “cinema walla”, ovvero il cineoperatore ambulante. Con un proiettore a manovella del 1897, che farebbe impazzire i collezionisti, montato su un rudimentale carretto, tiene ogni sera spettacoli nei vicoli del suo quartiere facendosi pagare una rupia a spettatore. Adulti e bambini si radunano intorno per vedere su un minischermo degli spezzoni di famosi film di Bollywood che compra “a chili” sui mercatini di Calcutta dove si vendono gli scarti di celluloide. Tagliandoli con un rasoio “ricicla” i fotogrammi superstiti e li inserisce nel proiettore, un modello giapponese, che apparteneva a suo padre. A imparare il mestiere ora c’è suo figlio più giovane Arshad.
Non stupisce che la storia abbia affascinato il regista Sternberg e anche conquistato i favori della giuria dell’Academy Awards che lo ha scelto insieme ad altri tre nel concorso dei cortometraggi documentari insieme a La Corona, Sari’s Mother e Freeheld. In un’epoca dominata dalla televisione e da internet, il personaggio di Salim sembra uscito da una favola di Dickens. Invece è solo uscito da una baraccopoli della città di Madre Teresa.
lunedì 4 febbraio 2008
Salim Baba, il cinemawalla di Calcutta che va agli Oscar (ma lui non lo sa)
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