Quello che si temeva è stato confermato ieri da un nuovo censimento del governo. In India sopravvivono solo 1411 tigri secondo l’ultimo rapporto del National Tiger Conversation Authority condotto in 23 riserve nazionali che sorgono in 17 stati. Il declino è allarmante: 60% circa negli ultimi dieci anni. Nel 1997 ne erano infatti state censite 3508. Secondo alcuni esperti, il numero di tigri potrebbe essere ancora più basso tenuto conto degli errori di approssimazione delle stime. Nel censimento del 2002 risultavano “ancora” 3500 esemplari, ma la stima non sarebbe stata corretta a causa della manipolazione di alcuni dati e dagli errori dovuti alla rudimentale tecnica di conteggio basata sulle orme dei felini. Ora si sono impiegate tecnologie più sofisticate ed è forse per questo che è emersa la “verità” sulle tigri “scomparse” come denunciano da tempo i giornali indiani.
La situazione è preoccupante perché si tratta del fallimento della politica di conservazione della Tigre del Bengala avviata nel 1972 dall’allora premier Rajiv Gandhi dopo che in India erano rimasti solo 1800 felini.
Le grandi riserve, come quelle di Corbett e di Rathambore, popolari mete turistiche, sono nate allora in base al “Tiger Project” dedicato a salvare i felini dall’estinzione dopo decenni di battute di caccia dei maharaja e dei britannici.
Adesso c’è di nuovo lo stesso rischio a causa del bracconaggio e contrabbando di pelli e ossa diretto soprattutto verso la Cina, ma anche della sovrappolazione e l’urbanizzazione che minacciano sempre più l’habitat naturale dei felini.
mercoledì 13 febbraio 2008
India, rimangono solo 1400 tigri secondo nuovo censimento del governo
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