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“Se il governo deporta Taslima Nasreen o la tiene come una reclusa, sarà una vergogna per tutti noi. Chiediamo che le venga concessa la cittadinanza indiana, come ha chiesto, e che possa vivere e lavorare liberamente in India”. E’ l’accorato testo della petizione inviata al primo ministro Manmohan Singh da un gruppo di intellettuali indiani solidali con Taslima Nasreen, la scrittrice bengalese in esilio minacciata dagli integralisti indiani e attualmente “nascosta” in una località segreta vicino a Nuova Delhi. Tra i firmatari ci sono la scrittrice e pacifista Arundhati Roy, il regista Girish Karnad, il sociologo Ashish Nandi e la scrittrice bengalese Mahashweta Devi.
Costretta oltre due mesi fa a lasciare la sua casa Calcutta, dove risiedeva da tre anni, Taslima aveva detto di sentirsi “come in prigione” e più volte aveva espresso il desiderio di tornare in Bengala Occidentale. Nel suo rifugio, alla periferia di Nuova Delhi, è sotto scorta e non può incontrare nessuno.
Ieri il ministero degli esteri indiano le ha assicurato l’estensione per altri sei mesi del visto, che era in scadenza il 17 febbraio, “ma le restrizioni sui suoi movimenti rimangono in vigore” e non potrà ritornare a Calcutta, dove la sua presenza è stata dichiarata “non gradita” dal partito comunista che guida lo stato nord-orientale del Bengala Occidentale e che teme nuovi disordini da parte della minoranza mussulmana.
giovedì 14 febbraio 2008
Taslima Nasreen ottiene visto di sei mesi, ma dovrà rimanere nascosta
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