Su radio Svizzera Italiana
Migliaia di poliziotti e forze paramilitari sono schierati dall’alba a Colombo, e in particolare sul lungomare di Galle Face, dove si tiene la tradizionale parata militare davanti al presidente Mahinda Rajapajse e ai vertici dello stato. L’aviazione e la marina militare sono in stato di allerta e per precauzione le compagnie telefoniche hanno sospeso il servizio di messaggistica. Le celebrazioni per il 60esimo anniversario dell’indipendenza sono state segnate da un’escalation degli attacchi dei ribelli durante il finesettimana. Una donna kamikaze, secondo la polizia, ieri ha ucciso 14 passeggeri alla stazione principale di Colombo. Poche ore prima una granata ha ferito un gruppo di visitatori allo zoo, meta domenicale preferita. Sabato invece un altro attentato ha colpito un bus di pellegrini nella città di Dambulla, nel centro dell’isola, causando 20 morti. Le autorità di Colombo puntano il dito contro le Tigri Tamil che già in passato avevano lanciato una serie di attacchi e sabotaggi alla vigilia del giorno dell’indipendenza.
A 60 anni dalla liberazione dal dominio britannico, l’ex Ceylon è di nuovo ripiombata nel conflitto tra cingalesi e tamil. Saltati gli accordi di pace del 2002, non c’è ora più nessun tentativo della comunità internazionale di fermare la violenza che ha provocato 5000 morti negli ultimi due anni e migliaia di profughi nel nord dove è concentrata la minoranza tamil.
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