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Rimane tesa la situazione a Mumbai dopo l’ondata di violenze contro gli immigrati del Nord scatenata da un partito dell’estrema destra indù guidato da Raj Tackeray, un controverso politico che non ha mai fatto mistero della sua ammirazione per Hitler. Negli ultimi tre giorni, nel capoluogo dello stato centrale del Maharashtra, si sono verificati numerosi incidenti che hanno coinvolto i simpatizzanti del partito nazionalista Maharastra Navnirman Sena, che predica una sorta di “superiorità della razza” dei Marathi, gli abitanti originari del Maharashtra. Sono stati attaccati tassisti e ambulanti di origine settentrionale. Lunedì scorso alcuni attivisti avrebbero anche lanciato delle bottiglie contro la villa della superstar di Bollywood, Amitabh Bachchan, sulla spiaggia di Juhu. Il trentanovenne politico Raj Tackeray - nipote ribelle di Bal Tackeray, fondatore dello Shiv Sena (l’armata di Shiva), partito nazionalista che è da oltre 15 anni al potere a Mumbai – aveva accusato l’attore di essere diventato famoso grazie a Mumbai, ma di “essere rimasto fedele” all’Uttar Pradesh (UP), che è il suo stato di origine. Le due dichiarazioni hanno anche sollevato la rabbia dei partiti rivali, tra cui il partito socialista settentrionale di Amar Singh, che hanno inscenato proteste a Mumbai e in UP. In diverse parti del Paese i manifestanti hanno bruciato l’effige di Raj Tackeray che è stato criticato anche da alcuni esponenti dello stesso partito indu nazionalista Bjp, che guida l’opposizione e che è ideologicamente vicino allo Shiv Sena.
Ieri la polizia ha arrestato alcuni esponenti del Maharastra Navnirman Sena e anche il portavoce locale del rivale Congresso che stava organizzando una marcia di protesta contro l’abitazione di Tackeray, il quale nel frattempo è stato denunciato. Ma, come mostrava una foto sul quotidiano “The Indian Express”, il discusso leader si trovava ieri niente meno che alle nozze della figlia del Commissario della Polizia di Mumbai.
Gli incidenti hanno riaperto delle vecchie ferite perché non è la prima volta che nella cosmopolita Mumbai (ex Bombay) scoppia la tensione tra i Marathi e gli “immigrati” che costituiscono il 26% dei 17 milioni secondo alcune stime. Ogni giorno la metropoli attira migliaia di poveri lavoratori dal Nord dell’India, soprattutto dai popolosi e arretrati Uttar Pradesh e Bihar, la pianura gangetica dove si parla “hindi” e dove è concentrata buona parte della popolazione indiana.
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