giovedì 21 febbraio 2008

Slow Food in India contro la cultura dei McDonalds

L’anno scorso oltre mille contadini si sono suicidati nella regione di Vidarbha, il distretto indiano del cotone, perché schiacciati dai debiti contratti per comprare costose sementi importate, fertilizzanti e pesticidi. Nella nuova India emergente che cresce al ritmo di oltre l’8% all’anno questa è una strage che non ha voce, ma non si può dimenticare che il 60% della popolazione indiana vive ancora dei prodotti della terra. “La soluzione passa attraverso il rafforzamento del ruolo della cucina territoriale e del rifiuto della cultura dell’hamburger” dice Carlo Petrini, fondatore del movimento eco-gastronomico “Slow Food” che si trova in India in questi giorni per lanciare una nuova offensiva anti McDonald. “Stiamo aprendo un secondo punto vendita Slow Food a Nuova Delhi e ne abbiamo inaugurato uno a Mumbai. In India gestiamo ora 50 comunità contadine legate al network di Terra Madre” spiega Petrini che ha da circa due anni lavora a fianco della leader degli ecologisti Vandana Shiva. La popolare attivista no-global, attraverso l’associazione Navdanya, è impegnata in una campagna nazionale per introdurre l’agricoltura organica nella zona di Vidarbha. L’India è sulla strada di una gravissima crisi agricola a causa “della distruzione della biodiversità, l’introduzione di monoculture, il monopolio delle sementi da parte delle multinazionali, la dipendenza crescente dai prodotti chimici e la diminuzione di suolo fertile” è l’allarme lanciato da Shiva che promuove anche il principio “dalla terra alla tavola” per avvicinare agricoltori e consumatori. “C’è un enorme lavoro di sensibilizzazione da fare qui in India, soprattutto con la nuova classe di consumatori ricchi e con le nuove generazioni che non devono perdere i sapori della ricca tradizione gastronomica indiana. Il modello McDonald che sta avanzando anche qui in India porta un messaggio culturale totalmente sbagliato e sta creando anche una vera e propria pandemia causata dall’aumento di diabete e di obesità infantile”.

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