martedì 22 gennaio 2008

Colaninno rilancia la Vespa in India


Pubblicato su Il Giornale


Vespa contro Nano. Due ruote contro quattro ruote. Made in Italy contro low-cost. In un giorno in cui la borsa di Dalal Street è in caduta libera, Roberto Colaninno sbarca a Mumbai per annunciare la sua campagna d’oriente che ha l’India come testa di ponte e la vecchia Vespa come ariete. Il gruppo di Pontedera, forte dei risultati sul mercato asia-pacifico (più 18% nel 2007), intende allargare la sua ragnatela di unità produttive, joint-ventures e accordi commerciali tessuta negli ultimi anni all’ombra del Taj Mahal e della Muraglia Cinese. In quest’area del pianeta vive un terzo dell’umanità che non è ancora stata completamente motorizzata e che ha il sogno delle due ruote.
In India il gruppo Piaggio intende spendere dai 60 ai 65 milioni di euro per lo sviluppo di motori diesel per una nuova generazione di veicoli commerciali e per l’espansione dello stabilimento di Baramati, vicino a Pune, da cui uscirà la Vespa indiana. “Per realizzare i nostri progetti abbiamo bisogno di due o tre anni e a quel tempo il ciclo economico sarà di nuovo positivo – ha detto Colaninno che, incurante dello spettro della recessione, ha aggiunto: “preferisco investire quando il trend è negativo”.
La nuova strategia Piaggio per il continente asiatico è stata illustrata ieri a Mumbai dall’amministratore delegato del gruppo e da Ravi Chopra, il responsabile della filiale indiana, creata nel 1999 dopo alcune disavventure con partner locali. Accanto al palco è stato presentato per la prima volta alla stampa un prototipo di scooter con motore ibrido (elettrico e a benzina) sviluppato dagli ingegneri di Pontedera che sono riusciti a inscatolare batterie al litio e motore a scoppio in uno spazio ristrettissimo. A fare da “cavia” per la nuova tecnologia ibrida sarà lo scooter a tre ruote Mp3 a partire della fine dell’anno. Poi il motore sarà sperimentato in India, che secondo Colaninno è il “Paese ideale per produrre questo tipo di motore per i risparmi, i fornitori e la tecnologia disponibile”. La Vespa ibrida sarà quindi la risposta alla “bomba ecologica” della Tata Nano, la people car da 1700 euro voluta dal lungimirante Ratan Tata e destinata a trasformare milioni di motociclisti in automobilisti? Con 100 km con un litro e un livello minimo di CO2 “è attualmente la migliore tecnologia pulita disponibile per un mezzo di trasporto in grado di combinare risparmio energetico, basse emissioni e prezzo”. La Vespa indiana sarà però a benzina, almeno all’inizio, “in attesa di adeguare i costi della nuova tecnologia al mercato locale”. Quando la produzione sarà a regime dalle due fabbriche di Baramati usciranno 150 mila scooter all’anno.
Per la Piaggio si tratta quindi di un ritorno in grande stile sull’appetitoso mercato delle due ruote indiano dove era presente prima della dolorosa rottura con il socio LML di Kanpur. ”In un Paese come l’India dove il 30% della popolazione è sotto i 20 anni, il marchio Vespa significa qualcosa in più che un mezzo di trasporto, è un oggetto di lusso o di moda” ha dichiarato Colaninno che ha ipotizzato il lancio ufficiale degli scooter italiani all’Autoexpo del 2010 a New Delhi.
La mitica Vespa farà il suo ingresso anche in Vietnam dove vicino ad Hanoi sta sorgendo uno stabilimento pronto per il 2009. Fanno parte della strategia dell’espansione asiatica, anche l’accordo con la giapponese Daihatsu per motori a benzina destinati alla gamma Porter e per motori diesel e turbodiesel da 1000 e 1200 cc che saranno prodotti in India e poi esportati in Italia per la nuova generazione di veicoli commerciali. Un'altra intesa, siglata ieri, coinvolge l’indiana Greaves Cotton Limited per la fornitura del motore monocilindrico dell’Ape che in India ha avuto un grande successo (le vendite sono triplicate dal 2003). Nelle tre ruote, o “autorisciò” come li chiamano qui quando trasportano passeggeri, la Piaggio è al secondo posto con una quota di mercato del 33%, ma concentrata nel sud dell'India

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