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“L’Agrofood Park è solo uno dei “tanti risultati positivi” di questa missione concepita per “dare concretezza alla visita di Romano Prodi” di quasi un anno fa che ha rimesso l’India al centro della politica di internazionalizzazione delle imprese italiane. Il ministro per le politiche agricole Paolo De Castro, che conclude stasera una maratona diplomatica di due giorni, può considerarsi soddisfatto anche dall’impegno assicurato da parte del governo indiano per eliminare o ridurre ulteriormente le barriere tariffarie e non tariffarie che penalizzano il Made in Italy.
Le importazioni di prodotti indiani dell’agroalimentare in Italia sono dieci volte superiori alle nostre esportazioni. Il disavanzo commerciale, pari a 169 milioni di euro nel 2006, è in progressivo aumento. Tra due settimane ci sarà un’altra missione di “follow up”, quella del ministro del commercio estero Emma Bonino. “Ci aspettiamo un segnale preciso – ha detto De Castro che oggi ha avuto un secondo incontro con il ministro del food processing Subodh Kant Sahai – da parte del governo indiano in materia di riduzione delle tariffe, soprattutto quelle sul vino”. Il ministro ha dichiarato che il messaggio “è stato ben capito”. Anche perché l’impegno a portare investimenti italiani in India sarebbe condizionato alla disponibilità mostrata da Nuova Delhi sullo scottante fronte dei dazi doganali.
Sul parco agroalimentare, un’iniziativa dell’Unione Parmense degli Industriali, “sarà costituito un gruppo tecnico per la scelta della location da una rosa di 5 aree individuate dal governo indiano” ha precisato De Castro. Al gruppo di lavoro parteciperanno il ministro Sahai e rappresentanti della Ficci, la Camera di Commercio indiana. Come fase iniziale “saranno investiti qualche milione di euro”, ma l’impegno finanziario è un aspetto secondario: “sarà molto più importante creare una situazione di convenienza per gli investimenti italiani”. L’Agrofood Park dovrà essere una sorta “vetrina dove sarà esposta la tecnologica italiana e indiana”. Il ministro ha poi ricordato anche gli altri accordi firmati, tra cui quello di Unacoma (macchine agricole) per la realizzazione di un evento specializzato sulla meccanizzazione agricola e l’intesa tra Cermac (già presente in India con un “campo prove” a Ludhiana, nel Punjab) e FieldFresh (gruppo Bharti e Del Monte) per la cooperazione nella meccanica agricola e tecnologie del food processing. Infine va ricordato l’iniziativa della Crai, che intende replicare in India la positiva esperienza in Cina dove a fine anno inaugurerà 4 negozi “flagship” di circa 4 mila metri ciascuno dove accanto al supermercato alimentare ci saranno un ristorante e un angolo con prodotti tipici del Made in Italy. La Crai, presente nella delegazione ministeriale, è impegnata a cercare un partner indiano.
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