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A cinque giorni dal blitz nella clinica del “Dr, Horror” nel polo informatico di Gurgaon, il governo indiano ha deciso di lanciare un’inchiesta sul vasto traffico di reni che coinvolgerebbe decine di medici compiacenti, ospedali e mediatori in India e anche all’estero. Secondo gli investigatori il “bazar dei trapianti”, gestito dal chirurgo Amit Kumar sfuggito alla cattura, era diventato una lucrosa attività grazie allo sfruttamento di centinaia di lavoratori immigrati. Si stima che negli ultimi dieci anni in India sarebbero stati effettuati oltre 500 trapianti di reni clandestini. In molti casi gli organi sarebbero stati prelevati con la forza dal corpo di inconsapevoli manovali immigrati, come alcuni testimoni hanno raccontato ai giornali. Ma spesso si tratterebbe semplicemente di storie di povertà che costringerebbero molti giovani a cedere un rene per una somma che al mercato nero indiano è valutata in circa 50 mila rupie (1250 dollari circa)
Il racket sarebbe stato scoperto grazie alla soffiata di una delle vittime, ma quando è scattato il raid in un appartamento di Gurgaon, la città dell’hi- tech alle porte di Delhi, trasformato in una sala operatoria, il sedicente chirurgo Amit e il fratello Jeewan si erano già volatilizzati. Sarebbero scappati in Canada. Non è escluso che abbiano goduto la complicità della polizia locale che li avrebbe avvertiti in tempo del blitz.
Il ministro della sanità, Ambumani Ramadoss ha detto che “il racket si estende a diversi stati e città, come Mumbai, Noida e Gurgaon” e che darà incarico al CBI (Central Bureau of Investigation) di “ condurre un’estesa inchiesta e di preparare un rapporto dettagliato della situazione”. Ha confermato anche il coinvolgimento di stranieri. Gli investigatori avrebbero infatti trovato in alcune guesthouses di Gurgaon due malati americani e tre greci in attesa del trapianto. L’operazione sarebbe costata sui 10 mila dollari.
Intanto oggi la polizia di Gurgaon ha arrestato la moglie del latitante Kumar, la quale avrebbe detto che il marito non era un vero chirurgo, ma solo un medico ayurvedico. Tra le 50 persone arrestate e sospettate di appartenere al vasto network nazionale e internazionale, risulta per ora un solo medico, Upender Kumar Aggarwal, che avrebbe cominciato a rivelare le profonde ramificazioni del traffico. Secondo alcune testimonianze il medico gestiva una sorta di nascondiglio nella foresta dove segregava i donatori con la minaccia delle armi.
Il “Dr Horror” come è stato soprannominato dalla stampa locale e il fratello erano già stati arrestati sette anni fa per traffico illegale di reni nel Sud dell’India. Erano usciti dalla prigione sotto cauzione e avevano ricominciato il “business” a Gurgaon. Nella casa del chirurgo, nell’est di Nuova Delhi, è stato trovato un falso passaporto intestato a Amit Kumar (che potrebbe essere uno dei falsi nomi usati) e un’auto-laboratorio dotata di macchinari per esami del sangue, che era già stata sequestrata dalla polizia nel 2001 quando lo scandalo venne alla luce per la prima volta.
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