Pubblicato su Apcom
La contestata fabbrica della Tata Motors a Singur, nello stato del Bengala Occidentale, dove si stanno producendo le mini car Nano, ha ricevuto oggi il via libera dall’Alta Corte di Calcutta. I giudici hanno detto che la confisca dei terreni agricoli da parte del governo bengalese è stata “legale” e in linea con le disposizioni della legge che regola gli espropri terrieri per uso pubblico. L’acquisizione dei terreni, avvenuta un anno fa, era stata contestata da undici petizioni che sono state respinte in blocco dal tribunale. Gli oppositori, guidati dal battagliero partito locale Trinamul Congress, avevano impugnato la decisione del governo locale di cedere l’area alla Tata Motors per costruire il suo stabilimento. Un terzo degli ex proprietari terrieri non ha ancora accettato per protesta l’indennizzo previsto dalla legge e ora sono pronti a ricorrere contro la decisione dell’Alta Corte.
Difficilmente questa sentenza riuscirà a sopire la polemica di Singur che è rimbalzata anche in Italia per via della nuova joint venture tra Tata Motors e Fiat. La risonanza mondiale del lancio della people car da 2500 dollari, la scorsa settimana all’Autoexpo di Nuova Delhi, ha di fatto offuscato le proteste dei contadini e ha dato nuovo impulso al piano di industrializzazione lanciato dal Partito comunista marxista indiano che da oltre 30 anni è al potere nel Bengala Occidentale.
Dalla fabbrica bengalese, che è oggi protetta dalla polizia, usciranno circa 250 mila unità nella fase iniziale e 350 mila a regime. La Nano sarà in vendita a partire a fine anno secondo i responsabili del gruppo.
Nei mesi scorsi i contadini, guidati dal Trinamul Congress della “pasionaria” Mamata Banerjee, avevano organizzato numerose proteste, sfociate in violenti scontri con la polizia e anche qualche morto. Secondo gli oppositori circa 1200 braccianti e 300 agricoltori di 5 villaggi sono oggi disoccupati a causa dello stabilimento della Tata, che sorge a 50 chilometri a nord di Calcutta. Sostengono che la terra è stata acquistata contro la loro volontà e che gli indennizzi non sono stati adeguati. Durante una conferenza stampa, il giorno del lancio della Nano, Ratan Tata, il fondatore del colosso indiano, aveva “ringraziato” il governo bengalese per la messa a disposizione dei terreni e aveva detto di aver deciso di produrre la mini car nel Bengala Occidentale “per promuovere un’area a nord est del Paese che è marginalizzata dal punto di vista industriale”. La fabbrica Tata e anche il nuovo stabilimento Fiat di Ranjangaon sorgono nello stato centrale del Maharastra, lo stato di Bombay, dove è concentrata parte dell’industria automobilistica indiana.
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